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Per la prima volta a BioFach un’area interamente dedicata agli alimenti bio vegani, con incontri e showcooking. (Foto: Bio Bank/Rosa Maria Bertino)

Fiere & Co

A BioFach fari puntati sul futuro del cibo

Molte le novità in vetrina al Salone del biologico di Norimberga, in primo piano i prodotti vegan, superfood e free from. Da rivedere il progetto di riforma europea del settore

di Rosa Maria Bertino, Agricoltura febbraio 2015

Informarsi. Assaggiare. Ispirarsi.
L’atmosfera unica di BioFach si può riassumere in tre parole che si respirano fin dall’arrivo.
Che si entri dall’ingresso centrale dove centinaia di visitatori arrivano a ritmi regolari di dieci minuti con la metropolitana o che si passi dall’ingresso Est, dopo aver lasciato l’auto negli immensi parcheggi, l’impatto è sempre lo stesso: scenografico, tecnologico e caldo. Accolti dalla musica live di un pianoforte, attratti dai giovani che roteano le frecce con le indicazioni della fiera, immersi nel viavai di gente di tutti i Paesi.
È questa l’atmosfera di BioFach che continua nei sette padiglioni in cui è articolata la fiera.

Free from, vegan, superfood

Lo stand delle novità di fronte all’ingresso centrale è un vero tuffo nel futuro del cibo. Tutti si fermano, percorrono lo slalom espositivo allestito su un’area di 550 metri quadrati, con oltre 650 prodotti in mostra. Sette le categorie merceologiche, a cui si è aggiunta quest’anno la categoria Trend 2015  "Free from”. Ovvero prodotti senza glutine, senza lattosio, senza uova, senza…
Tantissimi i prodotti tedeschi. Diverse novità anche dall’Italia: polpettine di grano saraceno, crema di riso da cucina, gnocchi senza glutine, oli aromatizzati, salse vegane, bevande vegetali, caffè verde, cacao crudo, snack con bacche, semi e frutta secca. Solo per citarne alcuni. Grande attenzione anche alla confezione che si fa sempre più ecologica.
Non solo tra le novità ma anche nei padiglioni alimenti vegani e superfood sono in assoluto i prodotti di maggior richiamo.
Diverse le aziende che propongono piante, radici, semi, bacche ed alghe particolari, spesso esotiche, anche in polvere per le preparazioni alimentari, utilizzate per le loro proprietà nutrizionali: açai, baobab, spirulina, chia, maca, erba di grano, erba d’orzo, chlorella, canapa, cacao ed altre ancora.
Moltissime le proposte vegane alle quali è dedicata per la prima volta un’area dimostrativa con incontri e showcooking.

Novità dall’Emilia-Romagna

E non mancano le novità dalla regione leader per la trasformazione di alimenti bio in Italia. Ecco alcuni assaggi.
Caffè Molinari di Modena presenta il caffè bio decaffeinato ad acqua con una tecnologia innovativa. Il Pastificio Rossi, sempre di Modena, propone la pasta fresca ripiena vegana. Lo storico Pastificio Andalini di Cento (FE) punta al bio con un’intera gamma dedicata.
Conapi di Bologna lancia un innovativo vasetto di miele. Realizzato in carta accoppiata con un derivato della canna da zucchero, consente un doppio risparmio: nel trasporto dei contenitori vuoti prima e nello smaltimento di quelli usati dopo, perché completamente compostabili. E Natura Nuova di Bagnacavallo (RA) oltre al bio aggiunge il bollino Fairtrade per la sua polpa di frutta bio con banane del commercio equo, pensata per la ristorazione scolastica.

BioFach: "think tank” del bio

Non solo affari. La quattro giorni tedesca è anche una grande piattaforma di interscambio di conoscenze ed informazioni.
Nell’incontro "Chi paga per il cibo a buon mercato?” ci si interroga sui veri costi della produzione alimentare.  "Per cortesia senza… Free from: prospettive per il commercio” fa il punto su questo segmento. Nel convegno "Puoi gustare la differenza?” si definiscono le caratteristiche del cibo bio. Si studiano le aspettative dei consumatori. Si analizzano mercati storici come Germania, Francia, Italia e mercati emergenti come la Cina. Poi semi, biodiversità, multifunzionalità, certificazione e nuovi standard.
Ma tutto ruota intorno al tema chiave del congresso di BioFach 2015 "Biologico 3.0 - Più bio in un contesto favorevole”, articolato in sette forum tematici.
La convinzione del movimento bio è infatti che per l’ulteriore sviluppo del settore, e per tracciare un futuro sostenibile dell’agricoltura e dell’alimentazione, sia sempre più determinante il contesto. In particolare la riforma della legislazione biologica europea e la politica commerciale internazionale.

Il bio nella morsa

Non ha dubbi in proposito Peter Röhrig, amministratore delegato di Bölw, la federazione tedesca dell'industria alimentare biologica. ”Quanto il rifacimento di una legge possa sconvolgere un settore è evidente nella proposta di revisione totale del regolamento bio avanzata dalla Commissione europea, che sembra una cura dimagrante per il settore ed è quindi osteggiata quasi all'unisono dal comparto bio europeo".
E Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle cooperative Agroalimentari, conferma: "La proposta di riforma, che dovrebbe entrare in vigore nel 2017, stringe troppo le maglie agli operatori del settore. Se non dovessero esserci le modifiche da noi auspicate, assisteremo ad una riduzione della superficie coltivata, in netta controtendenza rispetto a quanto perseguito”.
Anche Markus Arbenz, amministratore delegato dell’Ifoam, Federazione mondiale del biologico, guardando agli accordi bilaterali e multilaterali sul commercio internazionale, rilancia il ruolo centrale del biologico: "Il settore deve porre particolare attenzione su quali standard di cultura agricola e alimentare siano essenziali e non negoziabili. Perché il biologico deve continuare a svilupparsi in modo dinamico e come modello di tutto il settore alimentare, per rispondere alle sfide del cambiamento climatico, della sovranità alimentare, della biodiversità e della perdita di risorse”.

I numeri di BioFach

Ma guardiamo i numeri di questa 26a edizione, che ne confermano il ruolo guida per il biologico mondiale ed evidenziano una ripresa di visitatori ed espositori dopo le flessioni degli anni precedenti.
Più di 44.000 visitatori provenienti da 136 Paesi, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Ben 2.348 espositori (di cui 202 per la collegata Vivaness sulla biocosmesi), circa il 4% in più del 2014.
Dopo la Germania con 699 espositori, l’Italia resta il primo Paese estero con 322 aziende. Anche se la nostra rappresentanza, per anni attestata intorno ai 400 espositori si è assottigliata nelle ultime edizioni, lo stacco dagli altri paesi resta notevole. La Francia arriva solo a 156, la Spagna a 121 e l’Olanda, Paese dell’anno,
a 101. Tutte le altre restano sotto i 100 espositori.

Giovani, innovative, bio

E infine, per capire come la Germania promuove le giovani imprese innovative del biologico basta passare al padiglione 9. Qui c’è lo stand collettivo delle aziende tedesche, sostenute dal Ministero federale dell’economia e dell’energia. Ben 45 gli espositori ed elevatissima la concentrazione di idee: cioccolata senza allergeni a forma di animali per i più piccoli, spezie con erbe aromatiche e fiori, ketchup alla zucca, insaccati e carni… in versione vegana, patatine personalizzate nello shop online secondo il gusto dei clienti con consegna pronta e molto altro ancora.
Il contributo per la partecipazione è riservato alle aziende con sede e attività in Germania, operanti da non più di dieci anni, con meno di 50 dipendenti ed un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro. Un modo per dare impulso all’export e rafforzare l’Azienda Germania.
Un’ottima ispirazione anche per i nostri Ministeri, da quello delle Politiche agricole a quello dello Sviluppo Economico, in occasione di manifestazioni internazionali (e perché non all’Expo o al Sana?) per creare uno spazio vivo, che ospiti le piccole imprese innovative del bio italiano - e ce ne sono tante - punta di diamante dell’agroalimentare made in Italy.

Tracciabilità: nasce Data Bio

Battesimo ufficiale a BioFach per Data Bio (www.databio.it), la piattaforma informatica che traccia le produzioni biologiche. A presentarla, Accredia, ente unico italiano di accreditamento, e FederBio, federazione interprofessionale del biologico italiano, che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. Una banca dati indispensabile per verificare la corrispondenza tra quello che un operatore produce o compra e quello che vende.
La banca dati registra i volumi di prodotto e i flussi commerciali a partire dalle superfici agricole certificate in Italia e nei Paesi da cui gli operatori italiani acquistano, li segue lungo tutta la filiera e ne verifica la congruenza rispetto alle rese produttive certificate. L’obiettivo è ridurre al minimo il rischio di frodi e la possibilità che falsi prodotti bio entrino nella filiera.

Il bio mondiale in cifre

Due milioni di produttori per un totale di oltre 43 milioni di ettari. Sono queste le cifre del biologico mondiale presentate a Biofach, secondo i dati Fibl-Ifoam.
Anche nel 2013 i primi tre Paesi per numero di produttori restano l’India (650.000), l’Uganda (190.000) ed il Messico (170.000).
Quelli con la maggiore superficie agricola bio l’Australia (17,2 milioni di ettari), seguita da Argentina (3,2 milioni) e Stati Uniti (2,2 milioni).
L’Italia è uno degli undici Paesi con più del 10% di superficie agricola coltivata a biologico.
72 miliardi di dollari il fatturato mondiale (pari a circa 55 miliardi di euro), il 10% in più del 2012, secondo le stime della società inglese Organic Monitor.

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