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L’area dedicata alle novità alimentari all’ingresso di BioFach. (Foto: Bio Bank/Rosa Maria Bertino)

Fiere & Co

BioFach di Norimberga, vetrina mondiale del bio

Oltre 51mila visitatori da più di 130 Paesi, tante le novità. Tendenze: vegan e cibi “senza”, specialità tradizionali e regionali che incrociano bio e gourmet, superfood e probiotici

di Rosa Maria Bertino – Agricoltura – marzo 2017

Il mondo visto da BioFach sembra tutto bio.
Alla quattro giorni mondiale del biologico, tenutasi a Norimberga dal 15 al 18 febbraio scorso, hanno partecipato infatti espositori provenienti da quasi 90 paesi, mentre i visitatori arrivano da oltre 130 paesi.
Tutto ciò che emerge di nuovo passa da qui. E per toccare con mano l’innovazione è qui che bisogna venire.
Nazione dell’anno di questa 28a edizione è la Germania.
A ridare alle percezioni le giuste proporzioni ci pensa Joseph Wilhelm. Pioniere del biologico in Germania con Jennifer Vermeulen e fondatore di Rapunzel, una delle maggiori aziende tedesche di produzione e distribuzione di alimenti bio, alla domanda sul futuro del biologico risponde aprendosi in un largo sorriso: "Ci attendono grandi sfide, il bio è al 4 per cento del mercato in Germania, resta ancora da conquistare il 96 per cento!”.
Oltre 51mila i visitatori che hanno affollato i sette padiglioni della manifestazione, su una superficie espositiva di oltre 47.500 metri quadri. Ad accoglierli 2.785 espositori, compresi i 259 della collegata Vivaness sulla cosmesi.
Una fiera decisamente internazionale, ma con il centro di gravità nella Vecchia Europa: il 60% degli espositori proviene infatti da cinque paesi europei. Al primo posto la Germania, con 824 aziende. Segue l’Italia, da sempre la nazione con la rappresentanza più significativa, con 369 operatori. Poi Francia (177), Spagna (156) e Olanda (116).

Ispirazioni e tendenze

Cuore pulsante di BioFach resta la vetrina con quasi 600 novità. L’ingresso centrale e spettacolare si apre su questo tempio, dove gli operatori cercano ispirazioni per nuovi prodotti, colgono i trend emergenti o vanno semplicemente a caccia di nuovi prodotti da distribuire.
Tra le tendenze si confermano gli alimenti vegani, forse quelli dove l’innovazione di prodotto raggiunge le punte più avanzate, non solo offrendo la versione veg di carni e formaggi, ma inventando nuove categorie alimentari a partire da nuovi processi produttivi, impensabili fino a ieri.
Seguono i cibi comodi, ovvero quelli ad alto contenuto di servizio (convenience food), per mangiare sano senza dedicare troppo tempo ai fornelli e, sempre di più, per un cibo sano da portare con sé, al lavoro o in giro.
Una costante sono anche le specialità alimentari (delikatessen), che incrociano bio e gourmet per i palati più raffinati ed i prodotti regionali, che fanno del legame con il territorio il proprio punto di forza.
Non mancano i sapori esotici tra cui emerge quest’anno in modo eclatante il cocco, vero toccasana in mille varianti: acqua di cocco, latte, olio, zucchero, sciroppo, yogurt, creme per cucinare e spalmabili, gelati, barrette e persino gustosissime chips.
Non si arresta l’ondata di superfood e superfrutti, cibi che nutrono e insieme curano. Quest’anno i nomi ricorrenti sono chia, matcha, moringa, aronia, poi canapa e - immancabili - zenzero e curcuma. Secondo gli esperti nuovi impulsi per il settore arriveranno dalle alghe, veri e propri ingredienti della salute da integrare nella propria alimentazione
E per finire i cibi senza, ovvero quelli che escludono ingredienti sgraditi per intolleranze, allergie alimentari o per scelta dietetica (free from). E anche il cibo crudo, in primis il cioccolato con una infinità di declinazioni e i cibi funzionali, come i probiotici e quelli che innovano grazie ad un enzima.

Forte la presenza italiana

Alle tantissime proposte veg presenti nell’area Novità si aggiungono quelle dell’area "Sperimentare il mondo vegan”. Altre aree tematiche il vino, l’olio e la ristorazione.
Tra le novità più eclatanti, molte sono veg e italiane. In crescita anche i prodotti biodinamici, che vanno oltre il biologico con un disciplinare più restrittivo e che si riconoscono dalla targhetta arancione del marchio Demeter.
La ravennate Euro Company, specializzata in frutta secca, presenta il non-formaggio stagionato firmato dalla chef Daniela Cicioni, a base di mandorle e anacardi fermentati. La friuliana Biolab espone la versione veg di bresaola, prosciutto cotto e roastbeef. Quasani, azienda pugliese più conosciuta come Fattoria della Mandorla, propone le sue alternative vegetali a burro e formaggi, prodotte a partire dalle mandorle. Saclà esordisce con il carpaccio di mopur, ottenuto dal grano, ma con un processo che lo rende più digeribile del seitan. La veneta Joe&Co espone olio di cocco e olio di avocado. La fiorentina Probios l’olio vegetale in forma solida, a base di olio extravergine di oliva spremuto a freddo.
Non mancano carni e formaggi "veri”. Tra le eccellenze sicuramente il Parmigiano Reggiano di Montagna stagionato per 36 mesi del caseificio modenese Santa Rita Bio. Il Salumificio DelVecchio di Cesena porta a BioFach il suo salamino tipico della tradizione romagnola, sul quale campeggia la scritta "fonte di omega 3”. Il Prosciuttificio Valserio di Cremona mette in vetrina il suo prosciutto cotto a dadini, pronto all’uso.
Conapi di Bologna punta sul miele di acacia con pezzi di favo di cera, in confezione regalo. Biolatina porta le arachidi tostate, ma sono biodinamiche e di una varietà antica. Solo un assaggio delle centinaia di prodotti esposti in fiera, ed ora sul sito di BioFach.

Dalla fiera alla spesa bio in città

Per chiudere il cerchio bisogna fare la spesa in città. Prima tappa da Ebl Naturkost, appena aperto, fa parte di una catena regionale di negozi specializzati. Migliaia le referenze, fornitissima l’enoteca all’ingresso, doppio reparto per frutta e verdura, quella più deperibile è in un’area a temperatura controllata, nel banco gastronomia abbondano carni, salumi e formaggi prodotti nel raggio di 130 km, il forno collegato al bistrot è un trionfo di dolce e salato.
Pochi passi e siamo da Aldi colosso tedesco del discount, che sta preparando lo sbarco in Italia. Esposizione razionale e spartana, identificazione dei prodotti bio immediata grazie ai cartoni verdi con marca del distributore, uno smile formato dalla scritta "bio”, e logo dell’Unione Europea per il bio. Almeno un centinaio le proposte biologiche che toccano tutti le categorie, ortofrutta, freschi e surgelati compresi. Nello stesso stabile il supermercato Rewe, che offre un’ampia gamma di prodotti a marchio Rewe Bio. A scaffale l’opzione bio è sempre presente tra le altre. Per l’ortofrutta isola dedicata, ma solo con prodotto confezionato. Quello che accade ora in Italia con l’esplosione del bio in supermercati e discount, in Germania è già da tempo realtà.

I dati mondiali del bio secondo Fibl

Si chiama Helga Willer la donna dei numeri del bio mondiale. Ricercatrice di FiBL, prestigioso istituto svizzero di ricerca sull’agricoltura biologica, presenta ogni anno a BioFach il volume fitto di statistiche The World of Organic Agriculture. Senza questo prezioso lavoro di collezionamento dati provenienti da 179 paesi, con il contributo di 200 esperti, la crescita del bio non avrebbe una metrica. Giunto alla 18a edizione e curato quest’anno con Julia Lernoud, il rapporto è aggiornato al 2015.
"Il mercato del biologico in Europa continua a crescere - afferma Willer - e per la prima volta dall'inizio della crisi finanziaria cresce a doppia cifra. Nel 2015 è aumentato del 13%, toccando quasi i 30 miliardi di euro. In Francia e in Italia la crescita è del 15%, in Germania dell’11%”.
E anche a livello mondiale gli indicatori hanno tutti il segno più. Gli operatori crescono del 7,2% rispetto al 2014, arrivando a 2,4 milioni. Le superfici raggiungono quota 50,9 milioni di ettari. Ma resta un problema: la produzione non tiene il passo con la domanda, perché il numero di trasformatori e importatori cresce più rapidamente di quello dei produttori. Mancano strategie chiare per il settore e politiche di sostegno alle filiere corte, che hanno importanti ricadute ambientali e sociali. Il volume è disponibile in versione digitale cliccando qui.