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L'immagine di copertina di Tutto Bio 2014, ventesima edizione dell'annuario del biologico, dedicata al tema "Io? Lavoro nel bio". (Immagine: Bio Bank)

Bio Bank

Rapporto Bio Bank 2014: vent’anni di biologico in Italia

Vent’anni di biologico in Italia attraverso i censimenti, le statistiche e le tendenze registrate da Bio Bank dal 1994

di Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino

Tra la prima spartana edizione di Tutto Bio del 1994 e la ventesima che state leggendo sono trascorsi vent’anni. Il tempo di una generazione. E sulle pagine di Tutto Bio sono passati prima centinaia e poi migliaia di operatori del biologico italiano. La prima edizione ne censiva più di 1.200, quella attuale supera i 10.600. Agli inizi l’attenzione era centrata da un lato sulla produzione, tra mezzi tecnici, macchine agricole, assistenza, tecnici e associazioni del settore e dall’altro sulla trasformazione e la distribuzione, tra negozi specializzati e supermercati. Oggi sono decine le categorie di operatori censite, che spaziano da tutte le forme di vendita diretta alle varie forme distributive comprese le più innovative come l’e-commerce, dal biologico fuori casa all’alimentazione bio, dalla cosmesi e detergenza al biologico per l’infanzia.

Statistiche

È a partire da questi censimenti che, anno dopo anno, sono nate le statistiche Bio Bank, poi strutturate ed elaborate in un vero e proprio rapporto, il Rapporto Bio Bank.
Un sequenza di dati e numeri, di tabelle e grafici che per noi non sono mai stati aridi e astratti.
Dentro quei dati abbiamo sempre visto volti, persone, storie.
Attraverso quelle statistiche abbiamo sempre intravisto la direzione di marcia di un intero movimento.Numeri pieni di vita dunque, pieni di cose da raccontare, numeri che testimoniano il cambiamento in atto e tracciano le linee del nuovo che avanza.

Trend 2004-2013

Per visualizzare il percorso di questi venti anni abbiamo sfogliato edizione dopo edizione, raccolto in lunghe tabelle sequenze di cifre, tutte con il segno più, riferendoci sempre alle otto tipologie di operatori che da anni sono prese in esame dal Rapporto Bio Bank.
Avremmo voluto restituire con un’unica immagine l’andamento di questi venti anni per tutte queste categorie di operatori. Ma non era possibile. Le aziende con vendita diretta sono censite da Bio Bank "solo” da 11 anni, l’e-commerce da 13 anni, i gruppi d’acquisto da 16 anni, mercatini, mense e ristoranti da 18 anni, gli agriturismi da 19, solo i negozi da vent’anni esatti. Per cui l’arco temporale scelto per i grafici, riportati alle pagine seguenti, è quello che traccia una linea di partenza significativa e comune per tutti: il 2004, ovvero gli ultimi dieci anni. Abbiamo quindi il numero di operatori censiti nel 2004 e quello del censimento appena concluso nel 2013, da cui nasce il tasso di incremento decennale. Il più basso è quello dei negozi con il 24%, il più alto quello dei gruppi d’acquisto con il 508%.
Ma vediamoli uno ad uno:
• Aziende con vendita diretta +140% · da 1.184 nel 2004 a 2.837 nel 2013
• E-commerce +123% · da 66 a 147
• Mercatini +33% · da 174 a 231
• Gruppi d’acquisto solidale +508% · da 146 a 887
• Negozi +24% · da 1.030 a 1.277
• Agriturismi +103% · da 772 a 1.567
• Ristoranti +92% · da 182 a 350
• Mense scolastiche +103% · da 608 a 1.236.

Abbiamo poi analizzato i dati 2013 evidenziando le regioni con il maggior numero assoluto di operatori per ogni tipologia e quelle con la densità più elevata di operatori per ogni milione di abitanti. Due dati che vanno letti sempre in parallelo, per una visione ponderata e integrata della realtà. Infine, abbiamo individuato i dati caratteristici di ogni tipologia di operatore. Ad esempio le varie attività degli agriturismi nel segno della multifunzionalità, le superfici di vendita e le aggregazioni per i negozi o il tipo di cucina per i ristoranti.

Ma prima di addentrarci nei dati ricordiamo che i censimenti riguardano molte altre tipologie di operatori, non comprese nel Rapporto Bio Bank: dai gruppi d’offerta ai supermercati, dalle aziende bio a quelle equosolidali, dalle aziende di ristorazione alle fattorie didattiche. E per cosmesi e detergenza, aziende, profumerie e siti di e-commerce.

Aziende con vendita diretta

Benvenuta vendita diretta! Titolava così Tutto Bio 2004 pubblicando il primo censimento che comprendeva circa un migliaio di operatori. Soprattutto aziende agricole ed agriturismi con un proprio spaccio, ma anche laboratori artigianali per la produzione di formaggi, pasta fresca o prodotti da forno.
Un censimento nato in un clima di crescente attenzione al canale corto, anzi cortissimo, che taglia tutto e collega in presa diretta produttori e consumatori.
I numeri parlano da soli. Dai 1.184 spacci rilevati nel 2004 si è passati ai 2.837 censiti del 2013, con un incremento del 140% in dieci anni.
Le regioni con il maggior numero di operatori sono l’Emilia-Romagna con 422 spacci, la Toscana con 336 ed il Veneto con 258. Quelle con la più elevata densità di operatori l’Umbria con 132 spacci per ogni milione di abitanti, le Marche con 127 e di nuovo l’Emilia-Romagna con 96. Una realtà presente lungo tutto lo Stivale, che vede una maggior concentrazione al nord con 1.252 spacci pari al 44% del totale ed un’equa ripartizione della quota restante tra centro e sud. Le aziende di trasformazione sono ben 780, pari al 27% del totale, comprendendo sia le aziende agricole che lavorano direttamente le loro materie prime, sia quelle di sola trasformazione. Frutta e verdura restano i prodotti più venduti in fattoria, seguiti dagli immancabili olio e vino. L’attività didattica con i ragazzi delle scuole coinvolge invece solo il 6% delle aziende con vendita diretta.

E-commerce

Il primo censimento dei siti di e-commerce di prodotti biologici realizzato da Bio Bank è del 2001 e le attività rilevate erano poche decine. Ma già allora era chiaro che il fenomeno riguardava varie realtà aziendali, in modo assolutamente trasversale. Quindi sia aziende di grandi e medie dimensioni con la volontà di diversificare i canali commerciali ed aumentare la visibilità, sia piccole aziende, a volte anche monoprodotto, interessate a presentarsi sul mercato, privilegiando il contatto diretto con il consumatore. L’apertura continua di nuovi e-commerce ha portato i 66 siti censiti nel 2004 alla quota di 147 nel 2013, con una crescita del 123%. Toscana, Emilia-Romagna e Puglia guidano la classifica per numero assoluto; Basilicata, Trentino-Alto Adige e Molise, quella per densità. Al nord si trovano il 41% di aziende con un sito dedicato all’e-commerce, al centro il 24% e al sud il 35%. Risulta quindi significativo il posizionamento del sud.
Un modo per accorciare le distanze dai mercati del nord, attraverso la grande rete. I siti che propongono un assortimento interamente bio sono il 59%, quelli con molti prodotti bio il 18%. Solo il 23% dei siti ha un’offerta mista, dove il biologico non è prevalente.

Mercatini

Guardare tra i banchi, ascoltare le voci, respirare il profumo del cibo, assaggiare quello che più ci attira, parlare direttamente con i produttori e intanto fare la spesa. Tra le varie forme di vendita diretta il mercatino biologico è sicuramente quella più coinvolgente, perché tocca contemporaneamente tutti i sensi.
Erano appena 74 i mercatini bio rilevati nel 1996 con il primo censimento Bio Bank. Li presentavamo come appuntamenti settimanali, mensili o in occasione di festività e ricorrenze, organizzati da associazioni culturali, ambientaliste, di produttori, negozi specializzati, ma anche da Comuni interessati a promuovere la cultura del biologico, spesso dopo l’introduzione dei prodotti bio nelle mense delle scuole.
Tra il 2004 e il 2013 i mercatini sono cresciuti del 33%, passando da 174 a 231. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono le regioni leader per numero assoluto; Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige quelle con la maggior densità di appuntamenti. Una realtà largamente prevalente al nord dove si concentrano il 70% dei mercatini, mentre il centro è al 22% ed il sud ne conta appena l’8%.
Sono più di 20 i mercatini della biodiversità, dove si possono ritrovare antichi semi, frutti e animali dimenticati, pari al 10% del totale. Il 21% dei mercatini si tiene almeno una volta la settimana. I mesi con i calendari più fitti di appuntamenti sono settembre e ottobre.

Gruppi d'acquisto

Compra di meno, compra leggero, compra durevole, compra semplice, compra vicino, compra sano, compra più giusto, compra prudente, compra sincero, investi in giustizia. Quale migliore presentazione per questo modo di fare la spesa biologica e solidale in gruppo? In questo decalogo essenziale è racchiusa la filosofia che ha animato e sostenuto lo sviluppo dei gruppi d’acquisto solidale.
Sono passati vent’anni dalla nascita del primo gruppo a Fidenza nel 1994.
E il primo censimento Bio Bank, che ne contava appena 15, porta la data del 1998. Negli ultimi dieci anni i Gas si sono moltiplicati per cinque, passando dai 146 del 2004 agli 887 del 2013. Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna sono le regioni con il maggior numero di gruppi, mentre tra le province quelle con più Gas risultano Milano Roma e Torino. Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Toscana sono invece le regioni con il più alto numero di Gas in relazione alla popolazione.
Elevata la concentrazione al nord con il 63% dei gruppi, segue il centro con il 26% ed il sud con l’11%. Ma dal 2010 la loro crescita non ha più lo stesso ritmo incalzante. Sicuramente perché il lievito dei Gas si è impastato con la realtà, generando piccole economie solidali e promuovendo l’autoimprenditorialità.

Negozi

Qualcuno ricorda i primi negozi del biologico alla fine degli anni Settanta? Spartani, alternativi, spesso legati ad un’associazione, con pochi prodotti di base, frequentati da una cerchia di fedelissimi con forti motivazioni ideologiche.
Erano il canale esclusivo per la promozione, diffusione e vendita di prodotti biologici. Un bel salto se pensiamo agli accoglienti negozi di oggi che propongono in assortimento da mille a quattromila prodotti, con un’esposizione ragionata, un pubblico ampio e diversificato per età, ceto sociale, motivazioni.
Ecco perché sono stati censiti da Bio Bank e pubblicati fin dalla prima edizione di Tutto Bio, quella del 1994 che riportava 682 indirizzi. Nel 2004 erano arrivati a quota 1.030, nel 2013 ne sono stati rilevati 1.277. L’incremento degli ultimi anni è del 24%. Le regioni con più negozi sono Lombardia, Piemonte e Veneto, quelle con la densità più elevata Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia.
Anche i negozi sono decisamente concentrati al nord con una quota del 64%, al centro sono il 21%, al sud il 15%. Anche se tra le otto tipologie di operatori prese in esame dal Rapporto Bio Bank è quella con la crescita più contenuta, il cambiamento che ha coinvolto questo canale di vendita è significativo soprattutto dal punto di vista qualitativo.
Basta il dato delle varie forme di aggregazione che attualmente coinvolgono il 57% delle attività.
Per quanto riguarda le dimensioni, i negozi fino a 70 mq sono il 26%, mentre quelli di almeno 150 mq sono già il 20%.

Agriturismi

Ambiente, paesaggio, biodiversità, tradizioni, benessere e gusto.
Sei parole forse non bastano, ma possono rendere l’idea della molteplicità di fattori positivi che si innescano quando l’azienda agricola biologica apre le porte per offrire ospitalità.
Un’offerta ampia e articolata, arricchita da tutte le varianti sul tema legate al territorio, che nel censimento Bio Bank del 1995 presentava solo 187 realtà. Nel 2004 erano già arrivate a 772, nel 2013 hanno raggiunto quota 1.567. Negli ultimi dieci anni c’è stato quindi un vero e proprio raddoppio dell’offerta.
Regina assoluta di questa vera e propria arte dell’accoglienza e del paesaggio è la Toscana con 266 agriturismi, seguita da Emilia-Romagna con 210 e Marche con 175. Le regioni leader per densità sono invece Umbria, Marche e, naturalmente, di nuovo la Toscana. È quindi il centro che guida la classifica per area geografica, con il 40% delle realtà; seguono il nord con il 33% e il sud con il 27%. Ma il dato più interessante è sicuramente la multifunzionalità che regna sovrana: il 90% degli agriturismi pratica la vendita diretta, il 46% ha il ristorante, il 29% propone attività didattiche alle scuole.

Ristoranti

Scegliere un ristorante biologico è un’esperienza piacevole e utile per chi mangia fuori casa. Ed è l’occasione giusta per gustare le infinite possibilità di piatti davvero gustosi ed alleati della nostra salute.
Erano 72 i ristoranti bio secondo il primo censimento Bio Bank realizzato nel 1996, diventati 182 nel 2004 e passati a 350 nel 2013. Anche i ristoranti sono praticamente raddoppiati negli ultimi dieci anni e si è ampliata a dismisura la tipologia dei locali. Non solo ristoranti quindi, ma anche bar, gelaterie, gastronomie, caffetterie, pizzerie, bistrot ed altro ancora.
Le regioni in testa alla classifica per numero assoluto sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio; Marche Emilia-Romagna e Umbria sono invece prime per densità.
Ben rappresentati tutti gli stili di cucina: da quella vegetariana proposta dal 56% dei locali a quella vegana (42%), fino a quella tipica e tradizionale (41%).

Mense

La scelta di portare il biologico nelle mense scolastiche ha una portata molto più ampia del semplice risvolto commerciale, perché educa i più piccoli e al tempo stesso dà il buon esempio ai grandi, alla comunità. Ecco perché le mense nelle scuole sono state censite da Bio Bank fin dal 1996, quando erano appena 72. Nel 2004 erano già diventate 608, nel 2013 sono arrivate a quota 1.236, confermando ancora una volta un raddoppio nell’ultimo decennio. Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno il primato per numero assoluto; Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna quello per densità. Il 23% delle mense dichiara di utilizzare almeno il 70% di ingredienti bio.
Nelle altre resta sempre diversificato l’approccio e l’impegno, con scuole che propongono alcuni prodotti bio o una sola portata bio.
I pasti bio serviti ogni giorno, soprattutto in nidi, materne ed elementari sono oltre 1,2 milioni. Nel 44% dei casi si tratta di mense che ne servono fino a 300 al giorno.