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Una delle Biomachine Bio4U installata presso l’Università di Bologna. (Foto: Bio4U)

Distribuzione

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La nuova frontiera della distribuzione automatica: via bibite gassate e snack ipercalorici per far posto a cibi più sani

di Rosa Maria Bertino – Agricoltura – novembre 2015

L’opzione bio arriva anche nei distributori automatici, regno incontrastato del junk food, il "cibo spazzatura”. L’idea in sé non è una novità assoluta. Da quasi una decina d’anni si moltiplicano iniziative e progetti di questo tipo, ma sempre circoscritti in ambito territoriale e con promotori differenti.
Ora a muoversi sono i protagonisti della distribuzione biologica e di quella automatica, creando società ad hoc o accordi di partnership per progetti di respiro nazionale.
«L’idea è nata nel 2013 - racconta Sergio Talia, amministratore delegato di Bio4U - dalla constatazione che mancava qualcosa e potevamo farla noi. Ma non da soli. Bio4U è diventato il traino per coinvolgere i vari partner. Da un lato Ki Group di Torino e Probios di Firenze per l’assortimento dei prodotti e dall’altro IVS Italia di Bergamo, per la logistica distributiva, forte dei suoi 140.000 distributori installati in tutta Italia. Per il test abbiamo scelto Bologna, come città italiana con il più alto consumo di alimenti bio. Le prime Biomachine Bio4U sono state installate nel maggio di quest’anno all’università e presso alcuni uffici pubblici. Entro dicembre arriveremo a 70-80 distributori installati, coprendo altre province dell’Emilia-Romagna e altre regioni come Lombardia, Lazio e Campania. L’obiettivo è arrivare a mille entro il 2016».
Una tabella di marcia impegnativa per Bio4U, srl controllata con quote paritarie da Sergio Talia e Bioera Start Up Italia, società di Bioera, il gruppo milanese specializzato nell’alimentazione biologica che controlla anche Ki Group.
«Abbiamo un assortimento di circa 80 referenze bio tra barrette, snack dolci e salati, merendine e bevande fresche. Ogni Biomachine ne propone una quarantina. Ora siamo al lavoro per mettere a punto il giusto mix di prodotti, a partire da cosa si consuma di più e cosa di meno. Per quanto riguarda i prezzi sono allineati a quelli dei negozi bio».
In movimento anche il gruppo emiliano Argenta, con al suo attivo 120.000 distributori installati a livello nazionale, e la la catena di biosupermercati NaturaSì, partita da Verona nel 1992 e arrivata a 190 punti vendita.
«Abbiamo iniziato a pensare ad un progetto bio a metà del 2014 - racconta Giovanna Voltolina, direttore marketing e rete vending di Argenta - e abbiamo scelto come partner NaturaSì. Il progetto l’abbiamo costruito insieme. Il test dei nuovi distributori automatici Argenta&NaturaSì è partito quest’anno in maggio. Per ora sono una trentina quelli posizionati presso grandi clienti Argenta in industrie, uffici e ospedali. Altri 30 sono in produzione. Il bilancio si farà a dicembre. Contiamo di arrivare a duemila nel giro di un anno».
«Per l’assortimento - prosegue Roberto Zanoni, direttore generale di EcorNaturaSì - abbiamo selezionato una sessantina di prodotti bio dal nostro catalogo e da quello di Baule Volante: barrette, frutta secca, snack, caramelle, prodotti senza glutine, bevande vegetali, tè. Ma non solo. L’offerta comprende anche prodotti biologici freschi come affettati preconfezionati, yogurt e dessert. L’obiettivo è di entrare anche nelle scuole».
Pronti ai blocchi di partenza, quindi. E che il momento sia quello giusto lo conferma anche la recente presa di posizione di venti assessori regionali all’Agricoltura. Tutti d’accordo nel proporre una regolamentazione per gli alimenti offerti nei distributori automatici presso le scuole. Perché l’obesità avanza ed occorre tutelare la salute dei più piccoli.
Per il biologico si apre così un nuovo canale di vendita, che copre il segmento della pausa: al lavoro, a scuola o all’università, in giro per la città, in viaggio tra stazioni e metrò.
Un’altra freccia nell’arco per un settore che continua a crescere anche grazie alla copertura progressiva di nuovi spazi e nuove occasioni di consumo.