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Eugenio Zedda, 39 anni, responsabile dell’area economica di Confagricoltura Emilia-Romagna, neo amministratore delegato di Prober. (Foto: Prober)

Associazioni

Al via il progetto Filiere Bio 2020

Nuovi canali di accesso al mercato, sviluppo, assistenza per i finanziamenti. Confagricoltura e Cia regionali, insieme a Prober, lanciamo una piattaforma di servizi per produttori e operatori

di Rosa Maria Bertino, Agricoltura settembre 2014

Ancora una volta l’Emilia-Romagna dà il buon esempio.
Cia e  Confagricoltura vogliono investire nel biologico regionale come ambito produttivo e di mercato. E lo fanno attraverso Prober, l’Associazione regionale dei produttori biologici e biodinamici.
Ne parliamo con Eugenio Zedda, 39 anni, responsabile dell’area economica di Confagricoltura Emilia-Romagna, neo amministratore delegato di Prober.
"È la prima volta in Italia - spiega - che due organizzazioni professionali entrano nel biologico in modo così deciso. Il motivo è semplice. Il biologico è un settore in forte sviluppo, ma non è accompagnato come dovrebbe. La domanda cresce infatti più del doppio rispetto all’offerta. Il paradosso è che l’offerta ci sarebbe anche, ma spesso le aziende non riescono a valorizzare le loro produzioni biologiche. Occorrono nuovi strumenti per riallineare questi due aspetti del mercato. Con il progetto Filiere Bio 2020 il nostro impegno sarà proprio quello di offrire una piattaforma di servizi rivolti ai produttori ed ai trasformatori biologici dell’Emilia-Romagna, stimolando anche l’ingresso di nuovi agricoltori”.
Confagricoltura e Cia entrano quindi a pieno titolo nella gestione della cooperativa Prober e siedono nel consiglio di amministrazione. Mirco Pallotti, produttore bio della Cia Emilia-Romagna è infatti il nuovo vicepresidente, mentre Paolo Carnemolla viene confermato nel ruolo di presidente.
Tra Progeo, Terremerse, Confagricoltura, Cia ed Aiab regionali, le aziende agricole ed i trasformatori rappresentati da Prober toccano così quota 2.000. In pratica la metà degli iscritti nell’albo della Regione Emilia-Romagna, che vanta due primati nel biologico a livello nazionale: il maggior numero di aziende di trasformazione (692 preparatori) e di aziende con vendita diretta (422 spacci).
"Il progetto Filiere Bio 2020  - prosegue Eugenio Zedda - nasce da Cia e Confagricoltura regionali, dopo una incubazione di circa un anno, per definirne ambito, obiettivi e operatività. Vogliamo essere un riferimento a 360 gradi per gli operatori biologici: dall’assistenza nell’attuazione delle normative alle relative pratiche, dallo sviluppo delle filiere all’apertura di nuovi canali commerciali. 
Partiamo con gli accordi di filiera per le proteiche a supporto della zootecnia bio, con il socio Progeo e non solo. Seguiranno i cereali per l’alimentazione, le sementi, l’ortofrutta. Forti dell’esperienza di Mangiocarnebio, svilupperemo una piattaforma di e-commerce, che diventerà Mangiotuttobio. La carne resterà protagonista, in collaborazione con Bovinitaly, ma entreranno anche altri prodotti freschi, in primis l’ortofrutta, e i trasformati.?E naturalmente vogliamo cogliere tutte le opportunità che la Regione mette a disposizione per il biologico, iniziando dal nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, fonte di risorse con le misure dedicate al biologico, ma anche per consulenza, formazione, ricerca e soprattutto progetti di filiera, di sistema e di cooperazione”.?Un esempio che chiede solo di essere replicato in altre regioni.