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Il reparto ortofrutta del supermercato NaturaSì allestito ad Expo 2015. (Foto: Bio Bank/Rosa Maria Bertino)

Informazione

Tutti i numeri del bio made in Italy

Osservatori, indagini e rapporti: ecco il mercato del biologico secondo Sana, Sinab, Nielsen-Assobio, Ismea e Bio Bank

di Rosa Maria Bertino – Agricoltura – settembre-novembre 2016

L’identità di un settore si riconosce anche dalla capacità di "dare i propri numeri”, strumento indispensabile per gli operatori, per valutare le opportunità sul mercato interno e su quelli internazionali.
Tra i molti ruoli di Sana va riconosciuto anche questo: essere diventata nel tempo la migliore vetrina, non solo per i prodotti, ma anche per i dati del bio made in Italy. Sia attraverso l’Osservatorio Sana, promosso da Ice in collaborazione con BolognaFiere e curato da Nomisma, con il patrocinio di FederBio e AssoBio, sia attraverso le altre indagini che a Sana vengono presentate.

Ecco allora i dati strutturali del settore elaborati da Sinab, il Servizio di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica che fa capo al Mipaaf, il ministero delle Politiche agricole. Dati molto positivi. Le superfici bio sono cresciute del 7,5% nel 2015 rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 1,5 milioni di ettari con un’incidenza della Sau (Superficie agricola utilizzata) bio del 12% sulla Sau totale. Un record per l’Italia. Nello stesso arco di tempo e di pari passo (+8,2%) sono cresciuti anche gli operatori arrivati a 60.000 unità.

La crescita più sostenuta, riguarda però la domanda che, secondo dati Nielsen-Assobio, ha raggiunto 4.310 milioni di euro nel 2015: 1.650 sui mercati esteri, 2.317 sul mercato nazionale con la vendita al dettaglio, oltre a 343 con la ristorazione. E mentre le vendite di prodotti bio al dettaglio sono cresciute del 15% nell’ultimo anno, quelle alimentari sono cresciute appena dell’1,3%.
Anche per l’export l’incremento è del 15% nell’ultimo anno. Ma se guardiamo ad un periodo più lungo, dal 2008 al 2015, l’incremento è stato del 408% contro il 40% dell’intero settore agroalimentare.

Ed ecco ancora i dati Ismea su consumi e prezzi nel mercato nazionale, che evidenziano una crescita delle vendite nella grande distribuzione pari all’11% medio annuo, tra il 2010 e il 2015.
L’Osservatorio Sana ha poi tracciato le tendenze sul mercato interno. Il tasso di penetrazione del bio è passato dal 53% del 2012 al 74% del 2016. Il carrello della spesa bio vede sempre al primo posto frutta e verdura, poi olio extravergine di oliva, uova, miele, confetture e marmellate, formaggi freschi, yogurt e burro, riso e pasta. Le prime tre motivazioni d’acquisto per i prodotti bio sono la sicurezza per la salute, il rispetto dell’ambiente, i maggiori controlli.

Facile capire perché l’offerta bio sugli scaffali dei supermercati sia aumentata del 26% nell’ultimo anno. Come conferma il Rapporto Bio Bank 2016, che ha rilevato la punta dell’iceberg, ovvero le referenze bio con la marca dei supermercati, passate dalle 600 del 2001 alle 2.300 del 2015. Ed ha inoltre evidenziato lo sviluppo dell’e-commerce di alimenti bio (+71%) e dei ristoranti bio (+69%) nel periodo 2011-2015.
Sono solo alcuni dati sfilati dalle indagini dettagliate disponibili su www.sana.it alla voce Iniziative, Osservatorio Sana e su www.biobank.it alla voce Pubblicazioni, Rapporto Bio Bank 2016.

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