Blog

Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, la federazione del biologico che ha messo a punto la piattaforma informatica Federbio Integrity Platform. (Foto: Bio Bank/Rosa Maria Bertino)

Certificazione

Una piattaforma informatica per un mercato trasparente

Si chiama Federbio Integrity Platform e verifica la coerenza tra quello che un operatore produce o compra e quello che vende

di Rosa Maria Bertino, Agricoltura settembre 2013

"Tutti comprano da tutti, nel commercio internazionale delle materie prime biologiche. E c’è un intreccio assoluto di organismi di certificazione. Soprattutto per filiere lunghe e complesse, dove si muovono grandi quantitativi di merce sfusa, come accade per cereali e granaglie” – ha spiegato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, la federazione del biologico-.
"L'Italia è deficitaria per alcune produzioni, tra cui soia, mais ed altri cereali bio destinati all’alimentazione animale, e ha dovuto rifornirsi all'estero con importazioni crescenti ed una lunga catena di passaggi. Una grave frode scoperta a fine 2011 ci ha convinto della necessità di innovare radicalmente gli strumenti per il controllo del mercato, a cominciare dai prodotti più a rischio” - ha sottolineato Carnemolla-.

La Federazione ha così messo a punto un nuovo strumento per garantire certezza e trasparenza. Si chiama Federbio Integrity Platform ed è una piattaforma informatica che verifica la coerenza tra quello che un operatore produce o compra e quello che vende. Detto così sembra semplice, ma significa far dialogare ed elaborare una quantità enorme di dati, provenienti da diverse fonti: tutti i certificati aziendali di conformità, tutti i programmi annuali di produzione, tutte le rese standard per ettaro calcolate per ogni specie, varietà e territorio, tutte le transazioni, dalla prima all’ultima.
"L’accordo con la software house austriaca Intact per l’adattamento alla specifica realtà italiana del programma, già adottato in Austria, – ha concluso Carnemolla - è stato siglato alla BioFach di Norimberga lo scorso febbraio. Poi è iniziata la fase di test con un primo gruppo di aziende: mangimifici, mulini, stoccatori di cereali e granaglie. Da ottobre si parte con l’operatività. La piattaforma sarà gestita con un protocollo di filiera dagli organismi di certificazione soci della Federazione e dalle imprese che aderiscono al sistema. Il costo previsto per ogni azienda è di 1.000 euro fissi all’anno e 16 centesimi a tonnellata per ogni transazione. Ma più che un costo, è un investimento in credibilità sul mercato internazionale”.

E sempre per prevenire le frodi, molte aziende italiane stanno creando filiere biologiche dedicate, con materie prime esclusivamente nazionali, attraverso una vera e propria alleanza con i produttori.
Ad esempio la cooperativa Progeo di Modena, ha creato la sua filiera per il grano tenero biologico italiano: 400 i produttori biologici in rete tra Emilia-Romagna, Puglia, Veneto, Lombardia, Toscana e Umbria, 130mila i quintali di grano raccolti, 100mila i quintali di farina prodotti.
"Per noi – ha spiegato Giampaolo Rovatti, product manager di Progeo – filiera significa impegno e responsabilità: dalla selezione delle sementi all'assistenza agronomica, dai contratti di coltivazione al ritiro ed allo stoccaggio delle materie prime, fino alla collaborazione con le industrie di trasformazione”.