Blog

Granarolo ha scelto Sana per il debutto della nuova linea Granarolo Biologico. (Foto: Bio Bank/Emanuele Mingozzi)

Fiere & Co

Il biologico come opportunità strategica per il Paese

Tra start-up, show cooking e specialità artigianali di alta qualità, l’edizione 2016 di Sana conferma la vitalità del comparto

di Rosa Maria Bertino – Agricoltura – settembre-novembre 2016

Per quattro giorni Sana è stata specchio fedele del biologico italiano, rappresentandolo nel suo vero ruolo, ovvero come "opportunità strategica per il Paese” come recita il titolo del convegno di apertura.
E lo ha rappresentato al meglio, in tutta la sua biodiversità. Non solo con le aziende storiche che il Sana l’hanno fatto nascere e crescere e che sono tuttora protagoniste della manifestazione bolognese, ma anche con le start-up bio, con i colossi agroindustriali che diversificano, con le piccole-medie imprese che lanciano la nuova gamma bio.
Un Sana pienamente adulto e con i numeri giusti: 833 espositori cresciuti del 19% rispetto al 2015, 50mila metri quadri di area espositiva (+30%), 47.221 visitatori, 2.300 buyer internazionali da 27 Paesi, 60 appuntamenti tra convegni, workshop e presentazioni con 4.800 partecipanti, oltre 500 prodotti nell’area Sana Novità. E infine il riverbero in città, con i 160 appuntamenti di Sana City.

Nei due lunghi padiglioni vetrati (il 25 e il 26), allineati e gemelli, c’era finalmente tutta l’alimentazione bio, alla luce del sole.
Il benvenuto al padiglione 26 con Baule Volante, nuova immagine aziendale ispirata ai disegni delle fiabe come il nome suggerisce. A seguire il Biomercato NaturaSì con i banchi colorati di oltre 160 produttori biologici e biodinamici, fornitori del distributore veneto EcorNaturaSì. Per conoscere da vicino i produttori, per fare la spesa, per seguire gli eventi.
Al 25 invece, grande ritorno di Granarolo che ha scelto Sana per il debutto della nuova linea Granarolo Biologico. Superata la logica del marchio di fantasia, l’azienda punta ora alla massima riconoscibilità. A latte e uova, già presenti sul mercato, si aggiungono stracchino, mozzarella e yogurt. Tutti prodotti esclusivamente con latte 100% italiano proveniente dagli allevatori della filiera Granlatte, controllata direttamente dal gruppo bolognese. La conversione al bio è frutto degli investimenti degli allevatori, a fronte di un maggior guadagno, e del sostegno dei PSR.
Presente per la prima volta a Sana un’area dedicata ai giovani talenti del bio sotto l’hashtag #talentidacoltivare. Dieci gli imprenditori agricoli biologici under 40 vincitori del bando Mipaaf per la partecipazione a fiere nazionali e internazionali nel 2016. Un bel segnale del ministero dell’Agricoltura, una buona iniziativa, in collaborazione con Ismea. Il futuro del settore si costruisce anche così, premiandone dieci per incentivarne mille sulla strada del bio.

E debutta a Sana anche lo spazio Freedhome dedicato ai prodotti dell’economia carceraria. Alimenti artigianali di alta qualità come la pasticceria a base di mandorle de L’Arcolaio dal carcere di Siracusa, i torroni di Sprigioniamo Sapori da Ragusa e Catania, i biscotti di Banda Biscotti da Verbania, i cosmetici di Rio Terà dei Pensieri prodotti con le erbe coltivate nell’orto biologico del carcere femminile della Giudecca, a Venezia. Cooperative che svolgono un ruolo sociale importantissimo, perché il lavoro non può certo cancellare il passato, ma cambia le persone ed il loro futuro, riducendo in modo drastico la probabilità di tornare in carcere.
Non mancano gli show cooking, come quello sulla cucina bio-veg con la  conduttrice televisiva e dj vegana Paola Maugeri nello spazio del distributore fiorentino Probios o quello sulla cucina vegetale con lo chef d’alta cucina naturale Simone Salvini nello spazio del gruppo bolognese Alce Nero.

Nel quadriportico, tutto in giallo, lo spazio Sana Novità. È questo il baricentro della fiera, è qui che si apre la visione del mercato e dei trend bio scorrendo una ad una le oltre 500 novità presentate dalle aziende espositrici lungo un percorso che pare a labirinto. Bacche, semi, spezie e alghe sono ovunque: come superfood da utilizzare tal quale e in cucina o come ingrediente in cibi e bevande, spostando l’asse del cibo sempre più verso l’alimentazione funzionale. In ascesa la curcuma, in fase calante il goji. Tra i dolcificanti perde terreno lo zucchero di canna a favore del succo d’uva. Continua la riscoperta dei semi di canapa, base di partenza per tofu, paté, creme, oli, snack e dessert. La pasta di legumi si arricchisce di nuove ricette e formati. Vini e formaggi sono sempre più veg. Anche speck, bresaola e cotto sono proposti in versione veg. Si amplia la gamma dei piatti pronti. La macinazione a pietra delle farine è diventata punto distintivo. Prosegue la ricerca di varietà antiche, con prodotti sempre più di nicchia. E su tutto trionfa il made in Italy. Perché la domanda cresce e crescono anche le importazioni, rischi compresi. La risposta allora è nella costruzione di filiere dedicate: cosa che richiede tempo e risorse -come quelle dei PSR - ma sfila le materie prime dall’ambito della pura compravendita per portarle in progetti costruiti insieme a contadini e allevatori.
Il premio Sana Novità va ai biscotti Granomela di Baule Volante e al Dissuasore biodinamico per l’oidio della vite di Agri.Bio.Piemonte. Quello delle blogger a Cacao Crudo per la Crema nocciole e cacao e alle Ecotazze in bambù distribuite da Fior di Loto.

Grande salto di qualità anche per l’area cosmesi e cura del corpo al padiglione 36, una sorta di Cosmoprof tutto green. Una buona notizia anche per chi coltiva, perché la crescita della cosmesi naturale e biologica richiede sempre più principi attivi e ingredienti biologici certificati.
Un settore insomma, quello del bio, in piena evoluzione, ricco di stimoli e di impulsi per il futuro. Purché non dimentichi i valori da cui tutto ha avuto origine e tenga sempre alta l’asticella dei controlli e della qualità.

Per saperne di più