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Martina Maggiali, 30 anni, dell’azienda Agricola Ambrosia di Traversetolo nel parmense. (Foto: Bio BanK/Rosa Maria Bertino)

Bio Bank

Cambio vita, con il biologico

Le storie di chi ha deciso di lasciare il proprio lavoro, scegliendo il biologico per la nuova attività. È la ristorazione il settore che cresce di più

di Rosa Maria Bertino, Agricoltura febbraio 2015

Cosa ha spinto Martina a mollare il lavoro in erboristeria per coltivare la terra dei nonni, diventando apicultrice nel parmense? E Osvaldo, laureato in business e management, key account nell’import-export di frutta a Roma, a tornare in Calabria per aprire un e-commerce di agrumi? Perché Anne e Caspar hanno lasciato l’Olanda per coltivare zafferano nelle colline marchigiane?
Sono solo alcune delle 14 storie raccontate su Tutto Bio 2015 per il tema dell’anno "Io? Riparto dal bio”. Persone che hanno deciso di cambiare la loro vita ed hanno scelto il biologico per la loro nuova attività. In parte attratte dal richiamo della terra, in parte spinte da ciò che le ha appassionate per anni.
Tutte determinate a non arrendersi davanti alle difficoltà.
Sono queste storie a formare i numeri e le statistiche Bio Bank che, anno dopo anno, disegnano le nuove mappe del biologico in Italia.
Vediamo l’andamento degli ultimi cinque anni per le otto categorie di operatori monitorate nel Rapporto Bio Bank 2015.
Al primo posto, con l’incremento più significativo, pari al 65%, ci sono ristoranti & co, quindi anche bar, gelaterie, gastronomie, caffetterie, pizzerie, bistrot. Un dato che sorprende, vista la crisi della ristorazione convenzionale. Sono saliti infatti a 406 i locali censiti nel 2014, contro i 246 del 2010. Il segmento trainante è sicuramente quello vegetariano e vegano.
Al secondo posto gli e-commerce di alimenti bio, cresciuti del 58% in cinque anni. Sono arrivati a 240 gli shop virtuali rilevati nel 2014, contro i 152 del 2010. Ci sono quelli aperti dalle aziende per interagire direttamente con i consumatori, quelli aperti dai negozi specializzati per ampliare il raggio d’azione e quelli operanti esclusivamente sul web.
Al terzo posto le mense scolastiche dove l’introduzione del biologico ha una portata ben più ampia del puro risvolto commerciale, che segnano un +43%, passando da 872 a 1.249.
Per i gruppi d’acquisto, la crescita è del 20%: da 742 a 891. Un ritmo non più esponenziale come negli anni precedenti. Ma si confermano come un grande laboratorio diffuso di consumo critico, humus ideale da cui germogliano sempre più iniziative e attività di autoimprenditoria verde.
In un clima di crescente attenzione alla filiera corta, che collega in presa diretta produttori e consumatori, segnano un +20% anche le aziende con vendita diretta, passate dalle 2.421 del 2010 alle 2.903 del 2014. E sono sempre di più i giovani che scelgono di tornare all’agricoltura, biologica però, aprendo un piccolo spaccio.
Segnano un +19% anche gli agriturismi passando da 1.302 a 1.553.
I negozi crescono del 16%: erano 1.163 nel 2010, sono arrivati a 1.348 nel 2014. Grande il fermento per l’avvio di nuove reti: Piacere Terra in Lombardia, la catena francese Bio c’ Bon a Milano, Almaverde Bio Market in Lombardia ed Emilia-Romagna. Gli unici che non crescono né calano sono i mercatini fermi a quota 221.
La regione con più primati? È l’Emilia Romagna, vera roccaforte per numero assoluto di aziende con vendita diretta, mercatini, ristoranti ed e-commerce.