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Marilina (a sinistra) e Federica Paternò nel loro vigneto bio a Noto, in provincia di Siracusa. (Foto: Vini Marilina)

Bio Bank

Tutto Bio 2016: il cuore e l’anima

Il biologico non è un punto d’arrivo, ma di partenza, come dimostrano queste storie “ad alto valore raggiunto”. È un valore che chiama altri valori: questa è la sua origine, questo è il suo futuro.

di Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino – 25 febbraio 2016

Se, come abbiamo sempre scritto, il cuore di Tutto Bio sono i censimenti di migliaia e migliaia di attività, allora l’anima sono le storie. Non sarebbe possibile lavorare da oltre vent’anni con la stessa passione per una banca dati che aggiorna ogni anno una quantità enorme di informazioni, senza la consapevolezza che dietro ogni attività ci sono le persone con le loro storie.
Storie di coraggio e condivisione, storie di intuito e innovazione. Ma soprattutto storie di valori, seguendo il filo rosso del tema scelto. Per l'edizione 2016 "Un valore tira l’altro".

Un mondo di valori

In queste storie il biologico si incrocia con l’agricoltura biodinamica, quella energetico-consapevole o quella sinergica. Con valori ambientali come la valorizzazione delle produzioni locali, la difesa del territorio e della biodiversità, l’attenzione alla sostenibilità. Con valori emergenti tra etica e ambiente, come la scelta vegana. Oppure con valori squisitamente etici e sociali come legalità, giustizia, solidarietà e dignità. 
Ci sono le cooperative sociali che consegnano a domicilio la spesa solidale, il panificio che sforna biodiversità, la grafica che ha perso il lavoro e ha aperto negozio, lo chef stellato che coltiva l’orto sinergico con tutta la sua brigata, la cooperativa che ha tutti i prodotti "pizzo free”, le giovani viticoltrici capaci di innovare, chi ha ha vinto la sfida con le droghe ed aiuta gli altri ad uscirne, chi ha cambiato vita con l’agricoltura biodinamica, chi ritrova la dignità imparando un mestiere dietro le sbarre, chi coltiva consapevolezza, chi ha cercato e cercato finché non ha trovato, chi punta alla sostenibilità a 360 gradi, chi abbraccia e valorizza la propria terra. E chi cambia il mondo a partire da un’arancia.

> Guarda le foto, leggi le storie!

Il mondo in un’arancia

Come racconta Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel, che combatte le mafie in Calabria: "Le arance vengono pagate ai produttori da 5 a 10 centesimi al chilo. Il grossista le compera sull’albero, facendo una sua stima. Se a fine campagna avrà venduto solo 5 ettari su 10, è il contadino che ci rimette. E il pagamento arriva dopo sei mesi o addirittura un anno. Un mercato che lottizza i produttori e scarica su di loro tutto il rischio, che alimenta la piaga del lavoro nero e dello sfruttamento. Goel Bio riconosce invece ai produttori soci un prezzo di 40 centesimi al chilo, prezzo stabilito insieme a loro affinché abbiano un giusto guadagno e siano in grado di pagare in modo equo i lavoratori. È questo il primo passo per sottrarli dalla morsa della ‘ndrangheta. Il secondo è vincere insieme sul mercato, grazie alla forza di un marchio che racchiude tutti questi valori”. 
Ecco perché il cambiamento ed il riscatto, possono partire anche da un’arancia coltivata in Italia, così come per il caffè o le banane coltivate nel sud del mondo.

Ascoltare per raccontare

"In questa generazione - ha dichiarato don Ciotti in occasione dei 20 anni di Libera - senti per la prima volta l’angoscia del futuro, perché non hanno la prospettiva di una sicurezza nel lavoro che gli dia dignità. Io credo che oggi bisogna che qualcuno li aiuti a calare il virtuale nel reale, bisogna portare storie vere, fatte da persone in carne ed ossa”. Ecco perché presentiamo il primo censimento Bio Bank delle fattorie sociali biologiche dove si coltiva "il capitale umano”. Ecco perché continuiamo ad ascoltare e raccontare storie.
E guardando all’oggi, ai molti giovani che sono il futuro del bio come Marilina e Federica che producono vini bio tra le colline di Noto nel siracusano, un pensiero di gratitudine va ai pionieri dell’agricoltura biologica e biodinamica. Perché hanno saputo guardare lontano, perché hanno reso possibile ciò che sembrava impraticabile, perché nonostante le difficoltà sono andati avanti per la loro strada, sostenuti dai loro valori e dai loro ideali, aprendo una strada per tutti. 
La ventiduesima edizione di Tutto Bio è dedicata a loro: a chi non c’è più, a chi ha lasciato, a chi continua sulla stessa strada.