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Maria Girolomoni, responsabile comunicazione e pubbliche relazioni della cooperativa Girolomoni. (Foto: Gino Girolomoni coop. agricola)

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Girolomoni: nel premio europeo la direzione di marcia del bio

Un premio che va all’intero modello economico, sociale e valoriale che la cooperativa Girolomoni rappresenta

di Rosa Maria Bertino – 19 ottobre 2024

Per il biologico non è certo il momento di dormire sugli allori, in un periodo di sfide sempre più stringenti. Ma il riconoscimento europeo che la cooperativa Girolomoni ha ricevuto il 23 settembre 2024, come realtà d’eccellenza del biologico in Europa, ci interroga. Questa è infatti un’altra tappa importante, non solo per la lunga storia del biologico a Montebello e nelle Marche, ma per l’intero movimento bio. Ecco il contributo di Bio Bank in occasione dell'incontro "Come il bio diventa attraente”, organizzato dal Consorzio Marche Biologiche il 19 ottobre 2024 presso il Monastero di Montebello a Isola del Piano (PU), per fare il punto sul biologico.

Radici e Orgoglio

Partiamo dal quadro del biologico in Italia, dando uno sguardo a quanto accade anche in Europa. Ma vorrei che, ascoltando i numeri, avessimo impresse nella mente due immagini che simboleggiano le radici e l’orgoglio di questa storia.
Nella prima, scattata a Montebello nel 1977, ci sono Tullia Romani e Gino Girolomoni con il piccolo Samuele sulle spalle. È inverno, c’è la neve e sullo sfondo si staglia il profilo del Monastero diroccato. Queste sono le radici.
Nella seconda, scattata a Bruxelles nel settembre 2024, ci sono Maria e Giovanni Girolomoni nel quartier generale della Commissione europea, all’ingresso dove campeggia il logo con l’immagine stilizzata dell’edificio. Questo è l’orgoglio, ovvero la fierezza e insieme la dignità di appartenere a quelle radici.

Dati strutturali del bio in Italia

Iniziamo dai dati strutturali di questa agricoltura biologica, che negli anni Settanta era dichiarata impossibile in un clima generale ostile.
Citiamo solo quattro numeri chiave del Sinab, riferiti al 2023:
✔ 2,5 milioni di ettari dedicati al biologico in Italia
✔ 19,8% quota della Sau biologica sul totale nazionale
✔ 84.000 produttori agricoli
✔ 24.000 trasformatori.

E facciamo quattro considerazioni:
✔ Dopo cinquant’anni dall’epoca dei pionieri, l’impossibile agricoltura biologica copre un quinto della superficie agricola nazionale.
✔ L’Italia è ormai vicina al 25% di Sau biologica da raggiungere entro il 2030, uno degli obiettivi della strategia Farm to Fork della Commissione europea.
Inoltre, su 47 Paesi europei, secondo i dati Fibl-Ifoam riferiti al 2022:
✔ L’Italia è al primo posto per numero di aziende di trasformazione, il 26% del totale, seguita da Grecia e Francia. È questa la forza motrice del made in Italy bio, tanto apprezzato sui mercati esteri. Ed è in questo primato nazionale che va collocato il premio alla cooperativa Girolomoni nella categoria dedicata alle piccole e medie imprese di trasformazione di alimenti biologici.
✔ L’Italia è al terzo posto per superfici bio dopo Francia e Spagna.

Mercato italiano del bio

E vediamo ora come, a fronte di questa crescita produttiva, si è sviluppato il mercato italiano del bio, secondo i dati Nomisma per Osservatorio Sana, riferiti al 2023, elaborati e pubblicati sul Focus Bio Bank- Supermercati & Specializzati 2024.
Immaginiamo allora il mercato italiano del bio come una grande torta che vale 9,1 miliardi di euro: questo è il totale, in crescita del 9% sul 2022.
Ritagliamo la prima fetta di oltre un terzo, esattamente 3,6 miliardi di euro: questo è l’export (+8%).
Ritagliamo anche la fetta della ristorazione, il canale che cresce di più e vale 1,3 miliardi di euro (+18%).
La parte restante, meno della metà, è la vendita al dettaglio con 4,2 miliardi di euro, ma:
✔ Oltre la metà di queste vendite, pari a 2,4 miliardi di euro passa dalla grande distribuzione (+8%), con un trend di crescita continua dal 2007.
✔ 957 milioni di euro sono invece le vendite nei negozi bio (+4%), ovvero sotto il livello del 2012, con un trend altalenante.
✔ Infine 804 milioni di euro sono ripartiti in altri canali (dettaglio tradizionale, farmacie, e-commerce, vendita diretta, ecc.) con una crescita del 6%.

E facciamo alcune considerazioni:
✔ A trainare le vendite è sempre di più la grande distribuzione con i prodotti a marchio, mentre si riduce progressivamente il peso del canale specializzato. In dieci anni la quota di vendite bio dei supermercati è passata dal 40 al 58%, mentre quella dei negozi bio è scesa dal 36 al 23%. Cosa che accade anche nel resto d’Europa. Nel 2022 la quota di vendite bio nella Gdo in Germania è stata del 67% contro il 21% dei negozi bio, in Francia del 53% contro il 27%. In Svizzera la Gdo è all’83%, in Austria all’86%, in Danimarca al 96%.
✔ L’Italia è al terzo posto in Europa per le vendite al dettaglio preceduta da Germania e Francia (rispettivamente 15 e 12 miliardi di euro nel 2022, in pratica da quattro a tre volte le vendite in Italia).
✔ La quota di vendite bio al dettaglio sul totale delle vendite alimentari in Italia non supera il 3,5%, mentre in Germania e Francia è oltre il 6%, quasi il doppio.
✔ L’Italia è al primo posto in Europa per l’export, seguita a distanza da Spagna e Francia.
✔ La quota di export bio sul totale dell’export agroalimentare è del 6%. Quindi siamo più bravi a produrre ed esportare che ad acquistare il nostro made in Italy bio.

Tirando le somme di tutti questi numeri, possiamo affermare che il biologico si è dimostrato resiliente. È rimasto saldo anche in tempi di crisi epocali e globali. In uno scenario di incertezza crescente a ogni latitudine, dominato dalla crisi climatica e dall'instabilità geopolitica, le vendite bio nel 2022:
✔ In Europa hanno superato i 53 miliardi di euro (-2,6% sul 2021)
✔ Nel mondo hanno raggiunto i 135 miliardi di euro (+8% sul 2021).

Il perché di questo premio

Ma veniamo al meritatissimo premio europeo. Su 100 candidature, con 24 candidati selezionati da 11 Paesi e 8 premi in 7 diverse categorie, la cooperativa Girolomoni è la prima azienda italiana a vincere il premio nella categoria "piccole e medie imprese di trasformazione di alimenti biologici” con la sua pasta biologica.
Questo premio è retroattivo: va a Gino e Tullia, pionieri del biologico, che hanno immaginato e aperto il cerchio cooperativo nel lontano 1971 e insieme a loro al gruppo di coraggiosi giovani che li seguirono nel 1977, fondando la cooperativa biologica che oggi porta orgogliosamente nel mondo il nome del suo fondatore: Girolomoni.
Ma è anche un premio attualissimo ai figli Samuele, Giovanni e Maria, e insieme a loro alla grande comunità raccolta intorno alla collina di Montebello. Perché hanno rigenerato un intero territorio e perché hanno chiuso il cerchio originario, chiudendo anche la filiera dai campi, al mulino, al pastificio. Tutto con una straordinaria capacità di fare tesoro del passato e tessere il futuro, aprendo nuovi cerchi virtuosi.
È proprio vero che la forza non si misura in cosa vinci, ma in cosa proteggi!
Come insegna la scienziata e ambientalista Vandana Shiva che ci invita a passare dall’avidità alla cura, dal modello estrattivo di crescita economica a quello appunto rigenerativo.

Il per chi di questo premio

Questo premio ha anche il valore di un segnale, indica la direzione di marcia per tutto il movimento biologico per alcuni elementi chiave sui quali ogni azienda bio dovrebbe interrogarsi e ragionare:
✔ Il ruolo dei distretti bio per la conversione di interi territori, con tutte le possibili sinergie fra agroalimentare, turismo e cultura.
✔ Il ruolo delle filiere 100% italiane per valorizzare le nostre eccellenze e le nostre produzioni di qualità.
✔ Il ruolo del modello economico cooperativo, partecipativo e solidale in un mercato terribilmente competitivo.
✔ L’importanza di mantenere agganciati produzione e consumo che si sostengono vicendevolmente. La multifunzionalità della cooperativa Girolomoni è una delle modalità per alimentare questo circolo virtuoso.
✔ Il ruolo culturale, sociale e valoriale del bio che si inserisce in uno stile di vita. Dobbiamo sempre richiamarci ai valori originari del bio, con la flessibilità necessaria per declinarli al presente.

Per tutti questi elementi chiave, di cui la cooperativa Girolomoni è portatrice,  il premio non è alla miglior pasta bio d’Europa, come hanno titolato molti articoli, non è al core business della pasta bio. Il premio va all’intero modello economico, sociale e valoriale che la cooperativa Girolomoni rappresenta, va quindi al suo Cuore business, prendendo in prestito il titolo del libro di Riccarda Zezza per Il Sole 24 Ore. Di questo la cooperativa Girolomoni è ambasciatrice per l’intero movimento bio. I veri pionieri sono pionieri per sempre.


Su Greenplanet.net, nell'articolo di Cristina Latessa, il resoconto dei contributi degli altri relatori intervenuti all'incontro "Come il bio diventa attraente”, moderato da Michele Dotti, educatore, formatore e scrittore sui temi della mondialità, della pace, dell'intercultura, dell'ecologia: Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Biologiche, Giovanni Battista Girolomoni, presidente della Cooperativa agricola Gino Girolomoni, Francesco Salustri, ricercatore Dipartimento Economia dell’Università Roma Tre Scuola Economia Civile, Alessandro Cascini, fondatore azienda agricola Semi di Zucca e Angela De Marco, brand strategist.

Per saperne di più