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La raccolta delle arance nelle terre di uno dei soci Goel Bio. La cooperativa riconosce ai produttori un giusto guadagno affinché possano pagare in modo equo i lavoratori. (Foto: Goel Bio)

Aziende

Valdibella e Goel: il riscatto passa dal bio

Due cooperative, due storie esemplari: Goel Bio in Calabria con le arance della legalità, Valdibella in Sicilia con i prodotti “pizzo free"

di Rosa Maria Bertino – Vita & Salute – luglio-agosto 2016

Il biologico, quello vero, gira sempre in buona compagnia.
Se è punto di partenza e non di arrivo, prima o poi incontra altri valori.
Valori ambientali come le produzioni locali, la difesa del territorio e della biodiversità, l’attenzione alla sostenibilità. Emergenti tra etica e ambiente, come la scelta vegetariana o quella vegana. Squisitamente etici e sociali come legalità, giustizia, solidarietà e dignità. Lo dimostrano le 14 storie raccontate sull’annuario del biologico Tutto Bio 2016 per il tema dell’anno "Un valore tira l’altro”.
Storie che percorrono in lungo e in largo tutta l’Italia: dalle terre di Camporeale alla Piana di Gioia Tauro, dal cuore di Milano al centro di Bologna, dalle colline del Molise a quelle marchigiane.
Ci sono le cooperative sociali che consegnano a domicilio la spesa solidale, il panificio che sforna biodiversità, la grafica che ha perso il lavoro e ha aperto un negozio, lo chef stellato che coltiva l’orto sinergico con tutta la sua brigata, la cooperativa che ha tutti i prodotti "pizzo free”, le giovani viticoltrici capaci di innovare, chi ha vinto la sfida con le droghe ed aiuta gli altri ad uscirne, chi ha cambiato vita con l’agricoltura biodinamica, chi ritrova la dignità imparando un mestiere dietro le sbarre, chi coltiva consapevolezza, chi ha cercato e cercato finché non ha trovato, chi punta alla sostenibilità a 360 gradi, chi abbraccia e valorizza la propria terra. E chi vuole cambiare il mondo a partire da un’arancia.

Goel Bio: le arance della legalità

Ma si può cambiare il mondo a partire da un’arancia?
È questa la sfida lanciata nel 2003 da Goel, un nome che è già un programma:
il Goel, nell’antico Israele, era colui che pagava il prezzo del riscatto di chi era caduto in schiavitù. Quella del gruppo cooperativo Goel è infatti una storia di riscatto, di visione e di coraggio per costruire alternative, liberando la Calabria ostaggio della ‘ndrangheta.
Goel Bio è il braccio agricolo del gruppo e associa una trentina di produttori biologici della Locride e della Piana di Gioia Tauro.
Come spiega Vincenzo Linarello, 45 anni, presidente del gruppo fin dall’inizio, il sistema perverso parte dal prezzo.
«Dietro la rivolta dei braccianti africani a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, c’è un mercato agrumicolo che paga ai produttori 5 centesimi per un chilo di arance. Il grossista le compera sull’albero, facendo una sua stima. Se a fine campagna avrà venduto solo 5 ettari su 10, è il contadino che ci rimette. E il pagamento arriva dopo sei mesi o addirittura un anno. Un mercato che lottizza i produttori e scarica su di loro tutto il rischio, alimentando la piaga del lavoro nero e dello sfruttamento degli immigrati. Goel Bio riconosce invece ai produttori soci un prezzo di 40 centesimi al chilo, deciso insieme a loro affinché abbiano un giusto guadagno e possano pagare in modo equo i lavoratori. È il il prezzo più alto pagato in Calabria per le arance. Ed è questo il primo passo per sottrarli dalla morsa della ‘ndrangheta. Il secondo è vincere insieme sul mercato, grazie alla forza di un marchio che racchiude tutti questi valori. Per questo la commercializzazione delle arance Goel Bio è partita fin dal 2010 nei circuiti etico-solidali come i gruppi d’acquisto e le Botteghe del Mondo. Poi nel 2014 siamo entrati nei negozi bio, grazie all’accordo con EcorNaturaSì. Ma vendiamo anche direttamente attraverso il nostro e-commerce. Nell’ultimo anno abbiamo venduto 20mila quintali di agrumi e 20mila litri d’olio. Chi li ha acquistati ha alimentato realmente uno sviluppo sostenibile per sé e per i propri figli».

Valdibella: l’addio al "pizzo”

La storia della cooperativa Valdibella inizia nel 1988 da un gruppo di agricoltori del territorio di Camporeale, nell’entroterra palermitano. Al centro del loro progetto lo stesso modo di intendere il lavoro e l’impegno sociale: coltivare vigne, ulivi e mandorli seguendo l’agricoltura biologica, trasformare e vendere direttamente i prodotti tipici della loro terra, garantire un compenso equo per il lavoro dei soci.  Una storia che dopo una decina d’anni si incontra con quella della comunità Itaca, fondata dai salesiani proprio sulla collina sopra Camporeale. Agli agricoltori viene proposto di condividere con la comunità lo stesso spazio di lavoro e di aiutare i giovani in difficoltà coinvolgendoli nella loro attività. Nasce così il progetto Jonathan che segna la svolta sociale della cooperativa. Nel 2004 un altro incontro importante, quello con Addiopizzo, il movimento di protesta fondato da un gruppo di giovani di Palermo contro il racket delle estorsioni mafiose, il cosiddetto "pizzo” imposto ai commercianti siciliani dalla mafia locale. Gli agricoltori Valdibella sono fra i primi a dare la loro adesione. 
«L’attenzione alla legalità - conferma Caterina Lo Bocchiaro, 37 anni, responsabile vendite Italia - è un segno distintivo di Valdibella, che ha aderito fin dalla prima ora al movimento antimafia Addiopizzo, una vera rete di supporto a commercianti e produttori. E questo marchio si trova su tutti i nostri prodotti, per dire che sono "pizzo-free”, che dicendo no al "pizzo” gli agricoltori Valdibella sostengono l’equilibrio sociale e la dignità morale della Sicilia. Oggi i produttori in rete sono una dozzina, i soci lavoratori sette. Sono entrata in cooperativa tre anni fa, e da due sono diventata socia. Per me, che provengo dal mondo del sociale, l’incontro con Valdibella è stato come una seconda formazione e gli agricoltori biologici soci della cooperativa i miei maestri».

Si sposta la frontiera dell’equosolidale

Ecco perché il cambiamento ed il riscatto, possono partire anche da un’arancia coltivata in Italia, così come per il caffè o le banane coltivate nel sud del mondo.
Ed ecco perché il commercio equosolidale ha segnato una svolta storica affiancando al sostegno di milioni di piccoli produttori del sud del mondo quello per le realtà italiane dell’economia sociale. È il caso del progetto Solidale Italiano di Ctm Altromercato, la principale organizzazione di fair trade presente in Italia con 300 Botteghe del Mondo collegate, che promuove e distribuisce nel suo circuito i prodotti di una decina di realtà solidali, tra cui Goel Bio e Valdibella.
La scommessa più importante che hanno vinto esperienze come quelle di Goel Bio e Valdibella è la capacità di coniugare solidarietà e mercato. Un binomio che pare impossibile ai più. Queste storie emblematiche cancellano la parola "impossibile” per scrivere la frase "insieme si può”.
Se è vero infatti che le mafie lavorano sulle loro reti tessute di illegalità è altrettanto vero che non è un singolo che può operare il cambiamento, ma intere comunità attraverso valori solidali e condivisi.

Le fattorie che coltivano il "capitale umano”

"In questa generazione - ha dichiarato don Ciotti in occasione dei 20 anni di Libera - senti per la prima volta l’angoscia del futuro, perché non hanno la prospettiva di una sicurezza nel lavoro che gli dia dignità. Io credo che oggi bisogna che qualcuno li aiuti a calare il virtuale nel reale, bisogna portare storie vere, fatte da persone in carne ed ossa”.
Ecco perché è così importante ascoltare e raccontare storie. Storie vere come quelle delle 64 fattorie sociali biologiche dove si coltiva il "capitale umano”, censite per la prima volta da Bio Bank e pubblicate su Tutto Bio 2016.
Oltre la metà si trovano al nord, il resto è equamente diviso tra centro e sud.
Al primo posto l’Emilia-Romagna con 13 fattorie sociali, seguita dalla Lombardia con 10 realtà, poi Lazio con 8, Veneto e Sicilia entrambe con 7.
Non solo aziende agricole, ma anche frantoi, cantine, torrefazioni e laboratori artigianali, dove nascono prodotti con una storia ricca di valori. È in queste fattorie che il rispetto per la terra e per la natura si coniuga con l’inclusione sociale, il riscatto degli ultimi, la legalità. È in queste comunità che nasce il riscatto.


Goel Bio in breve

www.goel.coop/bio
La cooperativa calabrese, fondata nel 2003, conta una trentina di aziende agricole associate, tra la Locride e la Piana di Gioia Tauro.
Goel Bio non produce solo arance biologiche di diverse varietà (Biondo di Caulonia, Navel, Tarocco, Valencia), ma anche altri prodotti bio: limoni, clementine, olio extravergine di oliva, cipolla di Tropea Igp, peperoncino, miele, marmellate e vellutate dolci.
Prodotti che si possono acquistare nei negozi bio, del commercio equo e sull’e-commerce della cooperativa.

Valdibella in breve

www.valdibella.com
Fondata nel 1988, la cooperativa siciliana associa una dozzina di produttori del territorio di Camporeale, nell’entroterra palermitano.
I prodotti sono quelli tipici del territorio, tutti biologici e "pizzo-free”: mandorle, bevande di mandorle, crema di mandorle, olio extravergine di oliva, pasta di grani antichi, cereali, legumi e vini (Catarratto, Grillo, Nero d'Avola, Perricone).
Prodotti che si possono acquistare nei negozi bio, del commercio equo e presso lo spaccio della cooperativa, a Camporeale, in Via Belvedere 91.