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Rapporto Bio Bank 2022: bio strategico tra mercato in crescita e consumi in frenata
Il biologico nel mondo, in Europa e in Italia secondo le elaborazioni e i dati Bio Bank. Dagli alimenti alla cosmesi
di Rosa Maria Bertino – 21 giugno 2023
Il bio strategico per la transizione ecologica
Non esistono più isole felici. La crisi climatica con i suoi eventi estremi ha colpito anche l’Emilia-Romagna con un’alluvione che pare un terremoto: dalle belle colline franate alle fertili pianure allagate, fino al mare che invade le spiagge. Con un sistema agroalimentare che a livello globale contribuisce per il 37% alle emissioni di gas serra, causa principale del riscaldamento globale, il biologico resta quindi strategico per la transizione ecologica. Il valore complessivo del mercato bio italiano è salito a 8,4 miliardi di euro nel 2022 (+12% sul 2021, +134% in dieci anni), dato davvero positivo in tempi complicati. Ma segnano il passo i consumi domestici a quota 3,9 miliardi di euro, appena l’1,8% in più sul 2021 (+95% sul 2013), con l’inflazione all’8,1%. In netta ripresa invece i consumi fuori casa, pari a 1,1 miliardi di euro (+53% sul 2021, +258% sul 2013), e in crescita continua l’export, che raggiunge 3,4 miliardi di euro (+16% sul 2021, +168% sul 2013), secondo i dati Nomisma per Osservatorio Sana.>Sfoglia il Rapporto Bio Bank 2022 su Issuu
Italia: leader dell’export bio
Secondo i dati Fibl-Ifoam, riferiti invece al 2020, il mercato dell’agroalimentare biologico ha raggiunto 121 miliardi di euro a livello globale (+13% sul 2019, +151% in dieci anni) e 52 miliardi di euro in Europa (+16 sul 2019, +144% sul 2011). Incrementi ancora a due cifre sul 2019, per effetto della pandemia, che ha spinto i consumi salutisti. Ma la pressione delle molte crisi consecutive e correlate degli anni successivi sta rallentando la crescita del biologico, tanto che Germania e Francia, in testa da sempre per i consumi interni, devono fare i conti con una domanda in contrazione. Confermato il ruolo trainante del nostro Paese. Su 48 Paesi europei l’Italia è al primo posto per export e per numero di aziende di trasformazione, più di 22mila su oltre 84mila, una su quattro. È questa la forza motrice del made in Italy bio, tanto apprezzato sui mercati esteri. È poi di nuovo al primo posto per numero di produttori agricoli, al terzo per vendite al dettaglio e superfici agricole, al quinto per quota delle superfici bio sulla Sau totale. Quota arrivata al 17,4% nel 2021, contro un media del 9,6% nell’Unione Europea.
I trend di 3.600 attività bio
Cuore del Rapporto i dati Bio Bank su oltre 3.600 attività bio censite nel 2021, delineate attraverso commenti, analisi e un ricco set di informazioni: Negozi, E-commerce alimenti, Ristoranti, Aziende cosmesi, Profumerie, E-commerce cosmesi. Per la prima volta sono in lieve calo i numeri di cinque tipologie di attività su sei rispetto all’anno precedente, con decrementi dal 3 al 6%. Unica eccezione gli e-commerce di alimenti bio (+13%). Negli ultimi cinque anni si conferma invece la crescita a due cifre, con incrementi dal 27 all’80% nel numero di attività, salvo due segni meno per negozi (-14%) e ristoranti (-9%). I negozi calano per la la concentrazione delle catene con il passaggio d’insegna da Cuorebio a NaturaSì, la concorrenza di supermercati e discount, l’aumento dei costi e l’inflazione. I ristoranti calano per le chiusure forzate e le varie misure restrittive a causa del Covid. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano regioni leader per numero assoluto di attività bio, mentre Marche, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna sono in testa per densità di attività. Tra le regioni leader spicca il ruolo chiave dell’Emilia-Romagna, l’unica presente in entrambe le classifiche. Da non perdere le utili pagine finali con il panorama aggiornatissimo delle più autorevoli fonti di dati sul biologico, insieme a contributi stimolanti su crisi climatica e limiti dello sviluppo, rischi globali e transizione ecologica. Tutto in 98 pagine liberamente consultabili su issuu.com/biobank.Valori, identità e ruolo del bio
In questo quadro, mentre l’Unione Europea entro il 2030 punta a triplicare le superfici bio arrivando al 25%, a dimezzare i pesticidi e ridurre del 20% i fertilizzanti, suona davvero lunare la proposta di chi vorrebbe sdoganare i pesticidi per sviluppare i consumi. Tutta l’agricoltura è chiamata a ridurre il suo impatto ambientale insostenibile. "Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra, eppure sembriamo determinati alla distruzione” ha ribadito quest’anno Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in occasione della Giornata della Terra. Mentre la scienziata e ambientalista Vandana Shiva ci esorta a passare dall’avidità alla cura. Siamo convinti che il futuro sarà sempre più bio. Ma il movimento biologico deve parlare forte e chiaro, riaffermare i suoi valori, la sua identità e il suo ruolo, continuando a prendersi cura del Pianeta di tutti.
Sfoglia le edizioni precedenti del Rapporto Bio Bank
Il Rapporto Bio Bank esce dal 2007. Fino al 2014 è stato pubblicato all'interno dell'annuario cartaceo Tutto Bio. Dal 2015 è diventato autonomo in edizione esclusivamente digitale, ampliando anno dopo anno i contenuti, le analisi, i grafici e le infografiche. Parallelamente la foliazione è passata dalle 28 pagine dell'edizione 2015 alle 98 del 2022. Per un utile confronto sull'evoluzione dei dati, ecco le precedenti edizioni consultabili su Issuu:Rapporto Bio Bank 2022
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