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La schermata del video The Organic Recipe, podcast ideato da Made in Nature.

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Viaggio nell'Italia del bio: numeri, trend, valori

Le risposte di Bio Bank a Made in Nature sull'evoluzione del bio in Italia per il podcast The Organic Recipe

di Rosa Maria Bertino – 18 novembre 2022

The Organic Recipe è un viaggio in 12 tappe nel mondo del bio attraverso la viva voce di esperti, ricercatori e operatori del biologico in Italia, Germania, Francia e Danimarca. Il podcast, ideato da Made in Nature, fa parte del progetto triennale di promozione del bio (2022-2025) finanziato dall’Unione Europea e da Cso Italy. Ecco le varie puntate:
1 - The ingredients of Change, Paola Migliorini, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Italia)
2 – Rules and Procedures, Roberto Pinton, Ifoam (Italia)
3 – A Matter of Numbers, Toralf Richter, Fibl (Germania, Svizzera)
4 – One Purchase at the Time, Rosa Maria Bertino, Bio Bank (Italia)
5 – Protecting the Earth, Mario Biondi, agricoltore bio (Italia)
6 – Can a Revolution Start from One Straw of Grain?, Maria Finkch, Università di Kassel (Germania)
7 – A diet for the Planet, Lara Rossi, Crea (Italia)
8 – The Future that Comes from the North, Charlotte Mithril, nutrizionista (Danimarca)
9 – At the Table with Organic, Basile Vaillant, ristoratore (Francia)
10 – At the Table with Organic, Gilles Tessier, ristoratore (Francia)
11 – Influencing the Future, Gittemarie Johansen, storyteller, attivista (Danimarca)
11 – Influencing the future, Giorgia Pagliuca, storyteller, attivista (Italia)

Grazie per aver chiesto il nostro contributo ad Alessandra Ravaioli di RP Circuiti che ha curato la produzione. E grazie a Francesco Pattacini che ha scritto i testi a partire da una lunga videointervista, a Eleanor Robinson speaker del podcast, a Giulia Pistone la nostra voce in inglese.
Ecco le domande che abbiamo ricevuto e le risposte che abbiamo dato
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Bio Bank raccoglie e gestisce una grande quantità di dati e statistiche, che danno un’immagine chiara e oggettiva del biologico in Italia e in Europa. Ci può fare un quadro generale?

La banca dati del biologico Bio Bank contiene dati e informazioni su oltre 13mila attività bio in Italia, suddivise in una ventina di diverse tipologie: dalle aziende di alimenti a quelle di cosmesi, dalla vendita diretta ai mercatini, dai ristoranti agli agriturismi, dai negozi ai supermercati, fino agli e-commerce.
Per la banca dati Bio Bank, così come è oggi, ci sono voluti quasi 30 anni di lavoro, ben oltre l’arco di un’intera generazione.

In questi trent’anni di lavoro avete assistito a tutta l’evoluzione del biologico. Come si è sviluppato a livello produttivo e distributivo? Quali i principali cambiamenti?

Dal punto di vista produttivo, nel 1993, quando abbiamo iniziato la raccolta di dati sulla realtà del bio in Italia, gli operatori bio erano poco più di 4mila con oltre 70mila ettari di superfici bio, oggi sono quasi 82mila con oltre 2 milioni di ettari.
Dal punto di vista commerciale, secondo i dati disponibili sugli ultimi 14 anni, si è passati da 1,3 miliardi di euro di vendite sul mercato interno nel 2007 a 4,6 nel 2021. Andamento interessante anche per l’export passato dai circa 900 milioni di euro del 2017 ai 2,9 miliardi di euro del 2021
Abbiamo quindi visto il biologico passare dalle difficoltà degli inizi alla completa affermazione sul mercato, dalla distribuzione nei soli negozi specializzati a quella in ogni canale distributivo, dal consumo da parte di una cerchia ristretta di convinti consumatori al bio per tutti. Anche se si tratta pur sempre del 3,4% dei consumi agroalimentari nazionali. Quindi c’è abbondante spazio di crescita.

È possibile disegnare una sorta di identikit su chi acquista biologico in Italia e in Europa?

Secondo i dati dell’Osservatorio Sana 2020 i consumatori abituali hanno reddito e titolo di studio medio-alti, il consumo sale nelle famiglie con bambini sotto i 12 anni o con persone che hanno scelto una dieta vegetariana o vegana. Tra le motivazioni resta sempre al primo posto quella salutistica, seguita da quella ambientale ed etica per i molti valori di cui il biologico è portatore.
Difficile dare un profilo unico per il consumatore europeo. Possiamo però dire che i danesi sono al primo posto per consumo pro capite pari a 344 euro, i tedeschi e i francesi sono in testa alla classifica europea negli acquisti di prodotti bio (quasi 12 miliardi di euro in Germania, oltre 11 in Francia, mentre l’Italia è sì al terzo ma con 3,6 miliardi di euro secondo i dati del 2019).

Come si è evoluto il rapporto del consumatore con il biologico? E quali sono stati i fattori determinanti nell’aumento dei consumi e dell’offerta?

L’orientamento al bio è cresciuto progressivamente grazie a numerosi fattori, ma i due principali restano una maggiore attenzione alla propria salute e una crescente sensibilità verso i temi ambientali. Sono poi stati di incentivo i ripetuti scandali alimentari o la stessa pandemia. Inoltre la disponibilità di una gamma ampia e profonda di alimenti biologici, praticamente in tutti i canali distributivi, ha aperto la strada del bio per tutti.

Come si è evoluta l’offerta di biologico dal punto di vista della Gdo e del mercato? Come è cambiato il mercato in questi anni?

La grande distribuzione ha avuto un approccio timido e prudenziale al biologico nei primi anni Novanta, poi dal 2000 c’è stato il cambio di passo con le prima marche bio della Gdo e dal 2013 in poi è iniziato un massiccio investimento sulla marca del distributore con un parallelo ampliamento delle referenze bio anche con la marca dei produttori.
Un crescita rilevante come dimostrano i dati Bio Bank: dal 2001 al 2020 i prodotti bio a marchio sono infatti passati da oltre 641 a quasi 5.851. In vent’anni l’offerta con la marca del distributore (Mdd) si è moltiplicata per nove. Considerando che per ogni prodotto bio a marchio della Gdo ne entrano quasi tre con le marche dell’industria (Idm), si stima un totale di 22mila referenze bio, variamente distribuite in quasi 24mila punti vendita della Gdo.

Il biologico rappresenta un deciso cambio nel modo di fare la spesa. Come sta rispondendo la Gdo?

Nel 2021 le vendite in Italia hanno raggiunto i 4,6 miliardi di euro, più che un raddoppio negli ultimi dieci anni (+110%). Ma con dinamiche di canale ben diverse: nella grande distribuzione le vendite sono quasi quadruplicate (+268%), nel canale specializzato sono circa le stesse del 2012 (-1%). In dieci anni l’incidenza dei singoli canali sul mercato interno (ristorazione esclusa) si è quindi capovolta: i supermercati sono saliti dal 31 al 56%, i negozi sono scesi dal 53 al 26%.
Di fatto la crescita del mercato interno è stata non solo trainata, ma anche  intercettata da supermercati e discount.

Cosa dicono i dati degli ultimi anni? E come sta contribuendo allo sviluppo del settore la strategia From Farm to Fork, parte del Green Deal dell’Unione Europea?

L’Unione Europea punta a dimezzare l’utilizzo di pesticidi, ridurre del 20% quello di fertilizzanti e triplicare le superfici bio arrivando al 25% entro il 2030, contro l'8% del 2019. Sono indirizzi chiave per il settore. Ma poi devono seguire scelte coerenti che diano gambe a questi obiettivi in ambito europeo, nazionale e regionale. È presto per fare bilanci, occorre invece fare molta attenzione perché alle parole seguano i fatti. La pandemia, la situazione drammatica per la guerra in Ucraina non devo essere scusanti per rinviare o rallentare questo processo. Al contrario devono spingere verso la creazione di filiere nazionali del bio che fanno bene a tutti: all’ambiente, ai produttori, ai consumatori.

Quali i passi da fare perché il biologico entri sempre di più nella vita di tutti i giorni?

L’informazione, la sensibilizzazione, l’accessibilità dei prezzi senza penalizzare i produttori, senza spingere su prodotti d’importazione con filiere troppo lunghe dove le garanzie si indeboliscono, la varietà di canali distributivi dalla vendita diretta all’e-commerce. Insomma una certa biodiversità dove il canale storico deve giocare il suo ruolo di portabandiera e portavalori.

Cosa augura per il futuro? Quali le sue speranze sulla cultura e la diffusione del bio in Europa?

Che il biologico cresca tutto, ma che vengano riconosciute e premiate in particolare quelle realtà che fanno del biologico un punto di partenza e non di arrivo, che insieme al biologico portano avanti molti altri valori. Solo grazie a queste realtà oggi il bio esiste per tutti. Solo queste realtà possono conservarne lo spirito originario e futuro.

Guarda il video https://bit.ly/3GqCPe7
Segui le altre puntate https://bit.ly/3hD0sWi


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