Blog

L'immagine di copertina di Italian Food, primo numero del 2023, dedicata al servizio di approfondimento sul biologico "Into the green world". 

Mercato

È l’export la locomotiva del bio made in Italy

I punti di forza del bio italiano sui mercati esteri: Bio Bank risponde alla rivista Italian Food

di Rosa Maria Bertino – 18 gennaio 2023

"Into the green world" è il titolo del servizio di copertina dedicato al biologico pubblicato sul primo numero del 2023 di Italian Food, la rivista del Gruppo Food sul made in Italy nei mercati esteri. 
Tra i vari articoli di approfondimento, anche l'intervista a Bio Bank sul bilancio 2022 per il bio italiano, sui primati bio del Belpaese, sui prodotti più venduti nella grande distribuzione, su quelli con maggior potenziale di crescita nei mercati esteri, sul valore aggiunto della produzione bio made in Italy e sui trend più innovativi del bio.
Ecco le domande che abbiamo ricevuto e le risposte che abbiamo dato.



Come si è chiuso il 2022 per l'agroalimentare biologico italiano? 

È l’export la locomotiva del bio italiano in questi anni complicati. Le maggiori soddisfazioni vengono infatti dai mercati internazionali.
Sul totale del mercato Italia, che nel 2022 ha raggiunto 8,4 miliardi di euro, (+12% sul 2021), l’export è una bella fetta di 3,4 miliardi di euro (+16% sul 2021). Un dato che si inserisce in una crescita continua, spesso a due cifre, anche nel lungo periodo. Negli ultimi 10 anni, dal 2013 al 2022, l’incremento è stato infatti del 168%. E cresce anche il peso del bio sul totale dell’export agroalimentare italiano, passato dal 4% del 2013 al 6% del 2022.
Sul mercato interno ottima ripresa per i consumi extradomestici. Superato il difficile periodo della pandemia, per il secondo anno consecutivo la ristorazione - commerciale e collettiva - registra una crescita a doppia cifra (+53% nel 2022 sul 2021, +44% nel 2021 sul 2020), superando un miliardo di euro.Segnano invece il passo i consumi domestici a quota 3,9 miliardi di euro (+1,8% rispetto al 2021). Ma all’interno si distinguono andamenti opposti per i due principali canali distributivi: mentre nei supermercati le vendite salgono del 5%, nei negozi specializzati scendono dell’8%. Questo il quadro, secondo le elaborazioni Bio Bank dei dati Nomisma per l’Osservatorio Sana 2022.

Quali sono i primati che l'Italia può vantare nel bio? 

L’Italia gioca un ruolo da protagonista nello scenario del bio, come confermano gli ultimi dati Fibl-Ifoam relativi al 2020, elaborati e presentati sul Rapporto Bio Bank 2022 in preparazione. In ambito europeo l’Italia è infatti al primo posto per l’export, il doppio di quello spagnolo, il triplo di quello francese. Altro primato italiano è il numero di aziende di trasformazione, quasi 23mila sul totale europeo di circa 85mila. In pratica un trasformatore europeo su quattro opera in Italia. La Francia ne conta più di 19mila, la Germania oltre 17mila.
L’Italia è invece in terza posizione per le vendite al dettaglio sul mercato domestico, che hanno raggiunto 3,9 miliardi di euro. Ma ce n’è di strada da fare prima di raggiungere la Germania con vendite pari a 15 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 12,7. 
Non stupisce quindi che il Belpaese sia solo in nona posizione per la quota bio sul totale delle vendite agroalimentari, pari al 3,5%. In testa la Danimarca con il 13%, mentre Francia e Germania sono rispettivamente al 6,5 e al 6,4%. Il nostro consumo pro capite è pari a 64 euro (12° posto). Ancora in testa la Danimarca con 418 euro, mentre Francia e Germania sono rispettivamente a 188 e 180 euro.
Guardando invece ai dati strutturali l’Italia è di nuovo al primo posto in Europa per numero di produttori con quasi 72mila aziende agricole e al terzo per le superfici con 2,1 milioni di ettari dedicati al biologico. Al 16% la quota bio sulla Sau totale che colloca l'Italia in sesta posizione, mentre Germania e Spagna sono entrambe al 10% e la Francia al 9%. 
L’obiettivo dell'Unione Europea del 25%, a fronte del 9,2% raggiunto nel 2020, è quindi assolutamente realistico per l’Italia, a patto che alla legge sul bio seguano adeguate politiche per lo sviluppo dell’agricoltura biologica.

Quali sono stati i prodotti più venduti nella grande distribuzione?

Secondo dati Nomisma su base Nielsen, nella grande distribuzione i dieci prodotti più venduti, a valore e in ordine di importanza, sono: uova, confetture e spalmabili a base frutta, sostitutivi del latte Uht, gallette, latte fresco, cereali per la prima colazione, olio extravergine di oliva, verdure pronte all’uso, snack salati e la pasta integrale, di farro, kamut o con i legumi.

Quali prodotti hanno maggior potenziale di crescita sui mercati esteri?

In primis il vino, con un’attenzione particolare al vino biodinamico. Nell’ambito del cibo invece le eccellenze del made in Italy: prodotti Dop e Igp in testa, prodotti fortemente legati a un territorio o a un’intera regione. Certamente i prodotti ad elevato contenuto innovativo. E senz’altro i prodotti delle aziende bio da sempre, con una storia autentica e valoriale da raccontare.

Qual è il valore aggiunto della produzione bio italiana? 

Il made in Italy è un vero e proprio brand nell’agroalimentare, specchio di giacimenti enogastronomici che nel bio raggiungono punte di eccellenza. Non a caso, anche il bio subisce gli effetti negativi dell’Italian sounding.
La qualità è un altro pilastro, che significa qualità intrinseche delle materie prime bio e poi cura nei processi per mantenerle nella lavorazione, fino al prodotto finito. 
Terzo aspetto caratteristico del bio il fattore salutistico nella sua accezione più ampia, da quella personale a quella del Pianeta. Un aspetto sempre più sentito, stretti come siamo nella tenaglia tra crisi sanitaria e crisi climatica.

Quali sono i trend dell'innovazione analizzati dal vostro osservatorio?

Fra i Trend Bio Bank 2022 al primo posto i prodotti che riducono la nostra impronta ecologica: cibi vegetariani e vegani, nuovi e sempre più numerosi sostituti vegetali di carni e formaggi, alimenti locali, regionali o italiani. Ma anche prodotti che riducono gli sprechi o con confezioni sostenibili, senza imballaggi di troppo e senza plastica. In prima linea anche i prodotti che supportano le difese immunitarie come gli alimenti fermentati, quelli ricchi di vitamine e minerali o di un particolare nutriente, i superfood, i prodotti senza certi ingredienti e quelli con pochi ingredienti o addirittura monoingrediente. 
Grande attenzione verso la tutela della biodiversità, la riscoperta delle antiche varietà e il miglioramento della fertilità del terreno, grazie all'agricoltura biologica e a quella biodinamica. Infine i prodotti delle filiere etiche e sociali, equosolidali, caporalato free o pizzo free.