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Un grappolo di Glera, vitigno da cui si ricava il Prosecco Superiore Docg. (Foto: Perlage)

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Vino biologico e vegano: scopri tutti i produttori

Ecco l'elenco aggiornato dei produttori italiani di vino vegano regione per regione e la lista dei vini vegani

di Rosa Maria Bertino – pubblicato il 09-04-17 – aggiornato il 19-09-17

Il brutto anatroccolo di un tempo è diventato un cigno bellissimo.
È questa l’immagine più calzante del vino biologico - e biodinamico - che gioca oggi un ruolo guida nel comparto. Ma ci sono voluti lunghi anni in cui è stato letteralmente ignorato o snobbato, più di ogni altro prodotto bio. Anni in cui vari produttori bio ci confidavano: non scriviamo bio in etichetta perché ci sono ancora troppi pregiudizi sulla qualità dei vini bio. Solo quando il loro vino veniva definito buono o eccellente, solo allora rivelavano la sua vera natura.
Ecco perché fa ancora più effetto vedere oggi tutto questo fermento intorno al vino bio e leggere sulla stampa nazionale titoli come: "Il boom del vino biologico", "Vini: cresce bio e veggy", "Bio, giovane e nelle anfore. Il vino che fa tendenza"... 

Il vino bio made in Italy mette il turbo all'export
Scomparsi i detrattori e i perplessi, oggi parlano i mercati. Crescono a due cifre quelli esteri, raddoppiano i consumatori italiani che hanno bevuto almeno una volta vino biologico certificato, crescono a due cifre anche le superfici vitate biologiche. E, all’interno del segmento bio, cresce il vino vegano.
Secondo la ricerca Wine Monitor Nomisma, le vendite di vino biologico hanno raggiunto quota 275 milioni di euro nel 2016, con un incremento del 34% rispetto al 2015. Il mercato interno vale il 30% del totale, pari a 83 milioni di euro, con un incremento del 22%. La parte del leone la fa quindi l'export con il 70% del totale, pari a 192 milioni di euro, e una crescita del 40% rispetto all'anno precedente, a fronte del 4% dell'export totale di vino. È forse questo il dato più eclatante.
È vero che il biologico esprime ancora piccoli numeri. L’export di vino biologico italiano ha infatti un'incidenza del 3,4% sul totale dell’export di vino dall’Italia, ma è una percentuale in continua crescita: 1,9% nel 2014 e 2,6% nel 2015. Quindi la sua forza propulsiva stacca tutti. Per il mondo del vino il biologico non è più una opzione. È il modo più sicuro per mettere il turbo all'export. Una conferma? La propensione all’export del comparto del vino italiano nel suo complesso è del 52%, mentre tra le aziende italiane intervistate, l’export di vino bio incide per il 70% sul fatturato complessivo. 
Principale destinazione è l'Unione Europea con il 66% del fatturato. In testa la Germania - come avviene per l'agroalimentare - che da sola si "beve" una quota del 33%. Seguono gli dagli Stati Uniti con una quota del 12%.
E ormai sono le grandi cantine a guidare il cambiamento. Come ha fatto il Gruppo Lunelli convertendo al biologico i propri vigneti trentini dedicati alla creazione dello spumante Ferrari Trentodoc. In occasione di Vinitaly 2017 è stato lo stesso Marcello Lunelli, enologo e vice presidente delle Cantine Ferrari, a dare l'annuncio dell'avvenuta certificazione, a conclusione del processo di conversione avviato nel 2014. Un processo che si allarga ora ad oltre cento produttori locali con 520 ettari certificati biologici, per costituire il Biodistretto di Trento.

Vino bio: in fermento anche la certificazione
Non è un caso che tre dei nuovi organismi di certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole, e accreditati da Accredia, provengano proprio dal mondo del vino e dal settore delle certificazioni regolamentate: Siquria che opera nel veronese, Ceviq che opera in Friuli, per non parlare di Valoritalia di Asti, leader in Italia nelle attività di controllo sui vini Docg, Doc e Igt. Se si muovono questi organismi di certificazione, significa che nei prossimi anni proseguiranno in modo significativo le conversioni al biologico.
Mentre la certificazione vegana, anch’essa in crescita con numerosi disciplinari, arriva anche sulle etichette dei vini. Molti infatti non sanno - ma i vegani sì - che nel vino - anche in quello biologico - possono essere utilizzati ingredienti o additivi di origine animale, come la caseina e l'albumina utilizzate nel processo di chiarificazione. Ingredienti che possono essere onorevolmente sostituiti con altri di origine minerale, come perlite e farine fossili. 

Vini biologici e vegani: elenco dei produttori
Sono più di venti le cantine e i produttori vitivinicoli italiani censiti da Bio Bank che propongono ottimi vini bio-veg. Ecco una miniguida alle cantine bio-veg, regione per regione da nord a sud,  con tutti i link per accedere direttamente alle pagine aziendali sulla banca dati online:

Lombardia

Trentino-Alto Adige

Veneto

Toscana

Marche

Abruzzo

Campania

Puglia

Sicilia

Aldeno: parla trentino la prima cantina certificata bio-veg
Apriamo i brevi profili delle cantine italiane e dei loro vini biologici e vegani con la Cantina di Aldeno, in Trentino. La prima ad aver colto l'esigenza di una piccola nicchia di consumatori, imboccando la strada vegana quando questa tendenza non aveva la risonanza ed il seguito di oggi, come conferma il direttore Walter Webber.
"Facciamo biologico dal 2010. È una filosofia produttiva in cui crediamo molto perché tutela la salute e il bellissimo territorio in cui viviamo. Siamo in transito sulla terra e dobbiamo lasciare alle generazioni che verranno un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato. La produzione vegana è invece partita nel 2013, con la certificazione bio vegan di Icea. Una scelta conseguente: se il vegano non è anche bio, secondo noi non ha senso. Proponiamo in versione veg i migliori vini Doc del Trentino: Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Gewuerztraminer, Lagrein, Merlot, Moscato Giallo, Pinot Grigio, Pinot Nero e Trentino Rosso. Una bella opportunità anche per chi è vegano".

Perlage: il Prosecco veneto bio e veg
La storica cantina veneta è biologica dal 1985, biodinamica dal 2004 e vegana dal 2014. E si trova oggi nella felice situazione di essere al posto giusto nel momento giusto: perché il Prosecco continua a macinare record, perché il biologico cresce e il vegano pure. Un'avventura iniziata quando i fratelli Nardi, insieme ai genitori Tiziano e Afra, decisero di convertire all'agricoltura biologica uno dei loro vigneti più antichi, il Riva Moretta. 
"La scelta di convertirsi al biologico - ha dichiarato Ivo Nardi - è stata soprattutto una scelta etica, dettata dalla convinzione che l’ambiente e la salute vanno assolutamente protetti. Una scelta maturata mentre studiavo scienze agrarie a Firenze e portata avanti nell’azienda di famiglia, anche se inizialmente è stata dura. Il mondo vegano inizia a raccogliere numeri e consensi importanti, soprattutto a livello internazionale: nascono sezioni vegane sugli scaffali dei supermercati, negozi e ristoranti specializzati ogni giorno. Per alcuni può essere una moda, per altri uno stile di vita".
Perlage propone in versione veg il Prosecco Doc Treviso Extra Dry Sgàjo e il Prosecco Doc Treviso Brut Zharpì.

LaSelva: la storia del bio in Maremma
LaSelva è molto più di una cantina. Fa parte della storia del bio in Italia con i suoi 900 ettari dedicati al bio in Toscana. Produce anche conserve di frutta e verdura, pasta, cereali e legumi.
"La nostra filosofia aziendale si basa da sempre sul biologico. Accompagniamo le uve nel processo di vinificazione sulla base delle esperienze maturate nel corso degli anni con una semplice ma rigorosa tecnica di cantina ed applicando con serietà e convinzione i principi del biologico. 
Per questo investiamo soprattutto sulle varietà d’uva autoctone quali Vermentino, Ciliegiolo, Sangiovese, Malvasia Nera e Pugnitello, che sono in grado di esprimere al meglio il nostro terroir
Dal 2010 tutti i nostri vini sono anche vegani. Passare al vegan è stato un processo naturale più che una scelta ponderata. Tutti i prodotti alimentari de LaSelva sono infatti bio e vegetariani fin dal 1982 e la maggior parte anche vegani. Quindi il fatto di non usare prodotti di origine animale anche all’interno della Cantina LaSelva per il processo di chiarificazione dei nostri vini ha confermato e rafforzato la nostra scelta iniziale".

Vini Marilina: il bio-veg in rosa dalla Sicilia
"La nostra azienda è nata nel 2001 - racconta Marilina Paternò, giovane imprenditrice vitivinicola di Noto, nella Sicilia sud orientale - ed è partita subito con la scelta biologica, con i suoi 60 ettari di cui 35 vitati. Oggi la gestiamo a due, con mia sorella Federica, nell’assoluto rispetto della terra, del territorio e dei tradizionali metodi di produzione, naturalmente rivisitati: vigneti storici, cantina con vasche in cemento, appassimenti al sole. Mia sorella, agronoma e laureata in enologia, segue la produzione, io la parte commerciale. Ma la strada l’ha aperta nostro padre, enologo da una vita. L’abbiamo sempre seguito nel suo lavoro fin da piccole, giocavamo in mezzo ai vigneti, l’uva e la terra fanno parte della nostra crescita. Il nostro inserimento è avvenuto in modo naturale e piano piano si sono messi a posto i vari tasselli. Con Flo, la nostra linea di vini biologici e vegani, in omaggio a Flora dea della primavera e dei fiori, abbiamo chiuso il cerchio, eliminando ogni sostanza di origine animale in vigna e in cantina. Una scelta in cui credo molto, perché da qualche anno sono vegetariana. Flo Nero d'Avola e Flo Moscato Bianco Secco sono due modi diversi per raccontare il nostro lavoro, la nostra storia, i nostri sogni”.

Il Consorzio del Prosecco dice no al glifosato, ma non solo
Ma il successo del bio non è solo quello dei suoi prodotti. È anche quello di un metodo di coltivazione, risultato di un modo di pensare e di agire, che suscita cambiamenti "green".
Fa notizia - e avrà sicuramente un seguito nel mondo del vino - la decisione del Consorzio del Prosecco Doc di Treviso di mettere al bando tre dannosi erbicidi e fungicidi: glifosato, mancozeb e folpet. Un obbligo per tutti i produttori, a partire dalla vendemmia 2018, se vogliono mantenere l'importante denominazione di origine. Si inizia a togliere per non perdere futuri consumatori, sempre più attenti a ciò che bevono e sempre più consapevoli.
Avanti così! La direzione giusta è quella che la vitivinicoltura bio ha tracciato. 

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