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Il team al femminile del pastificio La Romagnola: Angela Tabanelli (a sinistra) e Paola Fabbri, nello spaccio aziendale. (Foto: Guido Garotti)

Aziende

La Romagnola: dai grani autoctoni la pasta bio artigianale

A San Biagio di Argenta (Fe) l’azienda al femminile ne produce circa 30 tipologie, in vendita anche nei supermercati ed esportate in molti Paesi europei

di Rosa Maria Bertino – Agricoltura – maggio-giugno 2017

È nata nel segno dell’innovazione. Ed è grazie all’innovazione che l’azienda La Romagnola, con la sua pasta artigianale biologica, ha giocato un ruolo pionieristico e propulsivo nel mondo del bio per trent’anni. 
Immersa in un paesaggio unico nella zona del pre-Parco del Delta del Po, si trova nella frazione di San Biagio di Argenta in provincia di Ferrara ed è circondata da un’area naturalistica di 10 ettari. Un vero biotopo naturale attorno ad un laghetto, un ex macero della canapa che si coltivava in quest’area negli anni Cinquanta per uso tessile. 
Un’azienda capace di proiettarsi sui mercati: dal Kamut importato dagli Stati Uniti all’export della pasta in numerosi Paesi europei. Ma con radici ben salde nel territorio: perché utilizza grani autoctoni coltivati e moliti in regione, perché è aperta al pubblico con la vendita diretta, perché è aperta a bambini e ragazzi delle scuole con l’attività didattica. Attività che da tre anni culmina con la Festa della Canapa, uno degli appuntamenti da non perdere dell’iniziativa Fattorie Aperte, promossa dalla Regione Emilia-Romagna per avvicinare città e campagna. Ed è anche un’azienda al femminile, perché a guidarla sono due donne: Paola Fabbri, fondatrice e socia, e Angela Tabanelli, responsabile marketing e legale rappresentante.

Gli inizi, la ricerca, lo sviluppo

"Tutto è iniziato nel 1987  - racconta Paola Fabbri - dall’incontro con Roberto Bacchini e dall’unione della sua esperienza nella produzione della pasta e del mio interesse per l’alimentazione naturale. Il primo passo partì da un caso fortuito. Era stato annullato l’ordine per un impianto per produrre cous cous. Così pensammo di prenderlo noi e iniziammo a produrre cous cous biologico, che allora non c’era.
Poi venne a trovarci Bob Quinn, fondatore della Kamut International, e ci chiese se eravamo interessati a trasformare il kamut biologico in farina, cous cous e pasta. Fu il secondo passo: importammo per primi il kamut dagli Stati Uniti e per primi proponemmo sul mercato pasta e cous cous di kamut.
Il terzo passo, e siamo nel 2000, fu di produrre la prima pasta senza glutine biologica, in assoluto anticipo rispetto alla richiesta del mercato.
Oltre al mais, abbiamo così "riscoperto” altri cereali senza glutine: riso, grano saraceno e quinoa, da soli o in varie combinazioni tra loro. Dal 2006 abbiamo avviato il filone funzionale e salutistico integrando la pasta con ingredienti importanti per la salute: l’equiseto, la canapa e l’ortica. E ancora la pasta a basso contenuto di carboidrati con grano, segale, soia e baobab. O quella con un buon mix di carboidrati e proteine vegetali: lupino, ceci e lenticchie.
Dopo la scomparsa di Bacchini, nel 2012 è cambiata la compagine sociale, ma non la nostra missione.
L’ultima nata è la pasta per sportivi con solo due ingredienti: semola di grano duro Senatore Cappelli e proteina vegetale di pisello tratta direttamente dal legume (oltre il 28%). E siamo al lavoro con la pasta di grani autoctoni: Verna e Gentil Rosso.
Perché è vero che siamo importatori di Kamut, ma valorizziamo anche i cereali coltivati e macinati in regione: come il farro che arriva dalle colline bolognesi, i grani autoctoni dalla provincia di Modena, le erbe officinali da un’azienda dell’Appennino Bolognese, il Senatore Cappelli da altre province ancora.
Abbiamo sempre fatto ricerca - conclude Paola Fabbri - per trovare nuovi processi produttivi e nuove ricette con cereali alternativi al grano, sempre puntando sulla lavorazione artigianale. Oggi, dopo trent’anni, la soddisfazione più grande è di aver contribuito allo sviluppo del biologico, creando prodotti che prima non c’erano e aprendo nuove strade”.

Al servizio delle piccole filiere locali

"La nostra pasta a marchio Bio-In - racconta Angela Tabanelli - si trova nei biosupermercati NaturaSì e nei negozi di alimenti biologici. Poi produciamo anche conto terzi per una decina di distributori specializzati che operano in ambito nazionale. Siamo inoltre diventati punto di riferimento per numerosi agricoltori della regione che vogliono valorizzare i loro cereali creando piccole filiere: il mulino a pietra per le farine e noi per la pasta. Un lavoro che cresce anno dopo anno, dato che le aziende agricole sono sempre più multifunzionali e sempre più dinamiche sul mercato: vendono nello spaccio, nell’agriturismo, online e persino nella grande distribuzione. Alcuni agricoltori sono riusciti ad entrare tra i prodotti locali degli ipermercati proprio con la pasta che produciamo per loro. E infine, dato che siamo il primo dei dodici importatori italiani di kamut, panifici e chioschi di piadina romagnola ci chiedono la farina di kamut.
Nel 2016 abbiamo raggiunto 800mila euro di fatturato, per il 30% sui mercati esteri: Danimarca, poi Francia, Polonia, Slovenia, Austria, Portogallo e Germania. 
Siamo l’azienda artigianale con il maggior numero di referenze di pasta biologica con cereali speciali - conclude Angela Tabanelli - circa 80 considerando i vari formati, con 30 diverse tipologie di pasta. Parliamo sempre di pasta secca biologica, corta, lavorata al 100% in purezza, con trafila al bronzo, essiccazione lenta e a bassa temperatura. Accettiamo ordini anche per piccole quantità. Nessuno può produrre quantità così piccole di pasta, con una conoscenza così profonda, come quella creata in questi trent’anni. E anche se da luglio la capacità produttiva raddoppia per l’arrivo di un nuovo impianto, la nostra vocazione resta artigianale”.

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